venerdì 17 ottobre 2014

Diario di Genova. Una settimana

Una settimana fa le strade di Genova, ancora una volta, venivano invase dal fango. Oggi lo troviamo ancora ai bordi delle strade come ricordo di una tragedia, l'ennesima, che non dimenticheremo mai.
Questa mattina ancora tanti "angeli" con pale e picconi sulle spalle per andare ad aiutare le persone ancora in difficoltà. Genova dal punto di vista urbanistico è complicata, molti piani bassi, garage in zone impossibili, fondi e quant'altro che chiaramente sono stati invasi dalle acque.
Alcune vie si sono trasformate in mercatini a cielo aperto per cercare di vendere ciò che l'alluvione non ha portato via del tutto. Un aiuto per chi ha perso tutto, una spinta verso la ripresa.
Le polemiche continuano, si fa fatica a stare dietro a tutti gli scarica barile messi in atto, nel frattempo ieri lutto cittadino per i funerali della vittima della furia delle acque. Un'altra lapide.
Pensavo alla solidarietà che abbiamo visto in questi giorni, ragazzi che si offrivano, e si offrono, per dare una mano. Persone sconosciute che si stringono per un unico scopo, uscire dalla tragedia.
In questi giorni spesso mi è capitato di "parlare" a Greta, mia figlia di 2 mesi, guardandola negli occhi scuotendo la testa pensando al mondo che troverà. Un mondo, un paese dove chi comanda non decide e non si assume la responsabilità, dove la cosa importante è salvare il posto di potere, dove i soldi ci sono per gli armamenti e per le banche mentre per la sicurezza, la salute e l'educazione dei cittadini mancano sempre, dove si grida per apparire senza pensare ai contenuti dei propri discorsi, dove passata la bufera si tornerà a pensare al singolare.
Quindi mentre mi guardi  in tutti i tuoi 54 centimetri e 4 chili e mezzo, amore mio, mentre ridi non capendo quello che dico, spero con tutto il cuore che tu non debba mai essere chiamata "angelo del fango".

12 commenti:

  1. io glielo auguro di cuore, perché non si ripetano mai più le tragedie cui abbiamo assistito, anche se ci sono modi ben peggiori di essere chiamati per esempio "responsabile della catastrofe" specie se non te ne assumi la paternità

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  2. Non c'è nulla da aggiungere alle tue parole.
    Purtroppo credo che le cose che non funzionano non hanno funzionato né funzioneranno.

    Moz-

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    1. anche perché se continuano a gestire la cosa in questa maniera sarà sempre peggio

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  3. Forse Greta non capisce quello che dici, ma sente i tuoi sentimenti e impara cosa siano.
    Tanti bacini alla piccolina. Un abbraccio fraterno e solidale.

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  4. Sto guardando questa scena di voi due e mi si apre il cuore, malgrado il fango e tutto il resto. Buon fine settimana.

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  5. vorrei che fosse un angelo dalle grandi ali bianche, per poter guardare dall'alto quanto è bella questa città, quanto è bella questa regione ed il suo mare, la sua campagna, i suoi monti. Non vorrei mai che questa piccola donna dovesse trovarsi con una pala in mano, gli stivali ai piedi, le guance sporche di fango e magari ascoltare le parole di un burlandino o di una paitina ( guardati, se non l'hai vista, la sua intervista di giovedi a Primo canale). Vorrei che la pala le servisse, se vorrà, per rigirare le zolle di terra e crearsi uno splendido orto.....Emanuela

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    1. lo speriamo davvero... ma visto gli ultimi vergognosi risvolti temo che il futuro non sarà roseo... ora sembra che nemmeno l Arpal debba occuparti dell'allerta. Io mi domando sempre di più a cosa servo tutti i soldi che investiamo lì dentro... mah!
      grazieee :-)

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  6. La cosa assurda che molti non sono ancora coscienti della situazione e sono imbambolati dalle cose più banali.

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  7. Non ho parole di speranza con cui integrare le tue.
    E mi spiace moltissimo, soprattutto per Greta e tutti i futuri uomini/donne di domani.

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