Questa è la storia di un paese.
La storia di una paese che è colpito da ormai troppi anni da un male, un male prima oscuro e poi fin troppo chiaro.
Un male che ha posto le sue radici all'interno delle stanze del potere, che si è insinuato come un virus, corroso le basi portanti di una cosa chiamata democrazia, corrotto le cariche più importante di quella che una volta poteva farsi chiamare stato.
Però è anche la storia di persone che hanno detto no. Si sono alzate e nel silenzio di tutti hanno urlato contro il male che continuava ad avanzare. Uomini e donne che hanno lottato per la loro terra, per i loro paesi, le città e i quartieri. Lottato per il loro orgoglio e per il loro diritto a vivere liberi. Manifestando tutto ciò scrivendo, parlando alla gente, facendo vedere a tutti ciò che altri negavano anche di fronte all'evidenza.
Questa è una storia di stragi, di morti, di sparizioni misteriose, di indagini ma i fatte, concluse e insabbiate. Storia di famiglie spezzate e lacrime versate, di ricatti, minacce e di persone che non possono chiedere aiuto ai chi li governo perché chi li governo è con quelli la.
Questa è una storia di persone che non vogliono parlare, raccontare e ricordare. Che vogliono nascondere tutto "perché è meglio così", che vogliono negare la tutta la storia. Dove ci sono persone che dicono "Se trovo chi fatto le nove serie della Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura lo strozzo"... che continuano a fare battute su un male che ha seminato morte..."Problemi con la mafia? Non ti preoccupare ci penso io"
Queste è la storia della mafia, che esiste anche se per Berlusconi è una cosa che ci fa fare solo brutta figura e che non si deve raccontare. D'altra parte il paese non deve sapere che è guidato da un uomo che ha tenuto per anni un mafioso come stalliere, che è stato citato più volte dai pentiti, che tiene conti all'estero in banche sotto inchiesta per riciclaggio, che venne citato da Borsellino nella sua ultima intervista prima di morire.
Silenzio... silenzio.
La storia di una paese che è colpito da ormai troppi anni da un male, un male prima oscuro e poi fin troppo chiaro.
Un male che ha posto le sue radici all'interno delle stanze del potere, che si è insinuato come un virus, corroso le basi portanti di una cosa chiamata democrazia, corrotto le cariche più importante di quella che una volta poteva farsi chiamare stato.
Però è anche la storia di persone che hanno detto no. Si sono alzate e nel silenzio di tutti hanno urlato contro il male che continuava ad avanzare. Uomini e donne che hanno lottato per la loro terra, per i loro paesi, le città e i quartieri. Lottato per il loro orgoglio e per il loro diritto a vivere liberi. Manifestando tutto ciò scrivendo, parlando alla gente, facendo vedere a tutti ciò che altri negavano anche di fronte all'evidenza.
Questa è una storia di stragi, di morti, di sparizioni misteriose, di indagini ma i fatte, concluse e insabbiate. Storia di famiglie spezzate e lacrime versate, di ricatti, minacce e di persone che non possono chiedere aiuto ai chi li governo perché chi li governo è con quelli la.
Questa è una storia di persone che non vogliono parlare, raccontare e ricordare. Che vogliono nascondere tutto "perché è meglio così", che vogliono negare la tutta la storia. Dove ci sono persone che dicono "Se trovo chi fatto le nove serie della Piovra e chi scrive libri sulla mafia che ci fanno fare una bella figura lo strozzo"... che continuano a fare battute su un male che ha seminato morte..."Problemi con la mafia? Non ti preoccupare ci penso io"
Queste è la storia della mafia, che esiste anche se per Berlusconi è una cosa che ci fa fare solo brutta figura e che non si deve raccontare. D'altra parte il paese non deve sapere che è guidato da un uomo che ha tenuto per anni un mafioso come stalliere, che è stato citato più volte dai pentiti, che tiene conti all'estero in banche sotto inchiesta per riciclaggio, che venne citato da Borsellino nella sua ultima intervista prima di morire.
Silenzio... silenzio.
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