mercoledì 4 novembre 2009

2984. Il Grande Fratello di Orwell in scena a Genova uno spettacolo da portare in giro per salvare la nostra democrazia



Un tizio vi ferma per strada, si avvicina e con voce suadente vi domanda... "Quanto fa due più due". "Quattro" risponderete naturalmente. A quel punto la persona che si era presentata con animo gentile vi punta qualcosa di appuntito alla schiena... e vi ripete la domanda. "Quanto fa due più due?". "Quattro, logicamente" risponderete.
Il tizio si spinge oltre e vi minaccia, vi porta in un vicolo e inizia a picchiarvi, a insultarvi e a inculcarvi nel cervello che "a volte 2 più 2 fa 5, e anche 4, e anche 3, oppure contemporaneamente 3, 4 e 5"... tutto questo perché lo decide lui, con la prepotenza, con la forza che in quel momento gli da il potere.
Nella mia città, Genova, in queste settimane la compagnia del teatro della tosse sta mettendo in scena "2984" tratto dal romanzo "1984" di George Orwell. Un'esperienza unica per immergersi quasi in prima persona nelle sensazioni, negli umori e negli stati d'animo del romanzo.
Una rappresentazione non convenzionale. Non il solito palco di fronte alla platea, no. Spettatori vestiti come gli attori, con una tuta da lavoro, per rappresentare al meglio uno dei tanti messaggi del Grande Fratello "vestiamo uguali perché siamo uguali". Un enorme occhio presente alle spalle degli spettatori... televisioni ovunque che con una cadenza di pochi minuti martellano il "cittadino" sulle buone notizie, sui risultati ottenuti dal regime, sulle regole da rispettare, sui valori e gli slogan del partito... l'ignoranza è forza... la guerra è pace... il grande fratello è tutto... la libertà è schiavitù.
In scena una società basata sull'odio e che si fonda sull'annientamento dell'individuo. Nessun contatto umano, nessun sentimento per il prossimo, niente amore se non quello per il Grande Fratello e il partito. La storia si sa, a chi non ha letto il libro lo consiglio davvero soprattutto di questi tempi, due "cittadini" Winston e Giulia che cercano di uscire dal gregge, dalla legge del sospetto. Due persone che non vogliono riununciare alla loro personalità, al piacere di sentirsi liberi e vivi. Due persone che purtroppo, anche riuscendo a vivere qualche momento di vita, dovranno rinunciare a tutto perché scoperti e umiliati dal Grande Fratello.
Lo spettacolo, come il libro, da sensazioni a tratti di angoscia... vivendo con i protagonisti i soprusi, la mancanza di libertà come se fosse aria. La ripetizione dello slogan "chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato" è inquietante... e porta il pensiero ai giorni nostri alla migliaia di dittature presenti nel mondo, ai soprusi, alle torture, ai desaparecidos argentini, all'Iran... ma senza andare troppo distante, se pur in maniera differente, pensate all'uso della televisione nel nostro paese. Pensate all'informazione italiana. Pensate a quel servizio sul giudice Mesiano dove il messaggio continuo e cadente ricordava proprio quello che passava negli schermi durante lo spettacolo... ciò che si vede non coincide con le parole, una persona che fuma e passeggia che viene descritta come stravagante... in un momento della rappresentazione O'Brein, membro del partito che fa arrestare Winston, dice al poveretto "non vuoi guarire, sei un pazzo ma noi ti cureremo"... ecco chi decide chi è pazzo, chi decide chi è stravagante, chi decide quale è una notizia da dare in Tv mettendo al corrente milioni di "cittadini"... anche da noi lo decide il Grande Fratello che a differenze di Winston noi possiamo toccare ed è ben presente nelle nostre case di fronte al divano con tanto di telecomando. Aggiungeteci poi il fatto che la televisione è in mano ad una persona sola, che tra parentesi è anche il presidente del consiglio e il pasticcio è pronto.
Prendete ad esempio il caso delle escort di Berlusconi, la tv di stato e mediaset, a parte Santoro, hanno deciso di non parlare della notizia di trasformarla in niente... "Winston tu non esisti" dice O'Brein nell'interrogatorio... beh guardate in questi giorni quante trasmissioni sono state fatte sul caso Marrazzo che ora tra parentesi è anche un normale cittadino, perchè sopra di noi c'è un grande fratello che decide cosa dobbiamo sapere e cosa non... questa è una notizia, questa no... questo è gossip, questo no... provate ad accendere la tv in qualsiasi momento della giornata, quali valori escono fuori? quali principi? Se non l'apparire per esistere.
Un applauso sincero alla compagnia del teatro della Tosse, a tutti i registi e agli sceneggiatori che hanno saputo allestire un ambiente in grado di comunicare il messaggio in maniera perfetta. Un applauso alla mia città che ha ospitato questa rappresentazione. Spero sinceramente che questo spettacolo giri tutta l'Italia. Spero che vada nelle scuole, che porti questo messaggio ai ragazzi, facendogli capire che il Grande Fratello non è la Marcuzzi e le nomination, non è Signorini che con le gambe incrociate da giudizi di cronaca rosa, no niente di tutto ciò... il Grande Fratello è sempre in agguato e purtroppo è già dentro a qualcuno di noi che non riesce più a capire quali sono le sue libertà... che non riesce più a capire perché dovrebbe essere libero...
...siete sicuri di poter dire che 2+2 fa 4?

Al futuro o al passato, a un tempo in cui il pensiero è libero, quando gli uomini sono differenti l'uno dall'altro e non vivono soli...
a un tempo in cui esiste la verità e quel che è fatto non può essere disfatto.
Dall'età del livellamento, dall'età della solitudine, dall'età del Grande Fratello, dall'età del Bipensiero... tanti saluti! Winston Smith


Chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato.

Era un po' curioso pensare che il cielo era lo stesso per tutti, in Eurasia, in Estasia, e anche lì. E la gente sotto il cielo, anche, era sempre la stessa gente... dovunque, in tutto il mondo, centinaia o migliaia di milioni di individui, tutti euguali, ignari dell'esistenza di altri individui, tenuti separati da mura di odio e di bugie, eppure quasi gli stessi...

Il potere non è un mezzo, è un fine. Non si stabilisce una dittatura nell'intento di salvaguardare una rivoluzione; ma si fa una rivoluzione nell'intento di stabilire una dittatura. Il fine della persecuzione è la persecuzione. Il fine della tortura è la tortura. Il fine del potere è il potere.

"Sei lento a imparare, Winston" disse O'Brien, con dolcezza.
"Ma come posso fare a meno..." borbottò Winston "come posso fare a meno di vedere quel che ho dinanzi agli occhi? Due e due fanno quattro."
"Qualche volta, Winston. Qualche volta fanno cinque. Qualche volta fanno tre. Qualche volta fanno quattro e cinque e tre nello stesso tempo. Devi sforzarti di più. Non è facile recuperare il senno."

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