lunedì 22 gennaio 2024 7 vostri commenti

Una rivoluzione per la cura

76 anni, paziente oncologica, 30 ore su una barella del Pronto Soccorso di Genova. 

Questo è lo stato della Sanità Ligure, una vergogna che si ripete ogni giorno. Una quotidianità a cui ormai la popolazione sembra essere abituata, come se non le riguardasse direttamente se non nel momento in cui un parente, un amico o direttamente si finisce in una corsia. 

E' una sconfitta di tutti, il culmine di un atteggiamento di disinteresse di una società che ha deciso di porre l'attenzione su altro. La cura degli altri non ci interessa. La nostra cura interessa solamente quando succede un problema. 

Non è una società quella che decide di far morire le persone, perché è di questo che stiamo parlando. Stiamo privatizzando tutto, neanche tanto silenziosamente, e ci stiamo privando di un bene prezioso, la sanità pubblica. 

Difficile trovare una soluzione, il senso di frustrazione è sempre più alto. Quando un sistema va in tilt, non funziona, l'unica soluzione sarebbe una vera e propria rivoluzione. 

Ma dietro c'è il nulla. 

giovedì 11 gennaio 2024 6 vostri commenti

Non se ne sono mai andati

Questo è un paese profondamente fascista da sempre. Un minuto dopo la Liberazione molti ex fascisti erano già a ricoprire cariche pubbliche importanti. Un Movimento Sociale che si richiamava al ventennio e che per anni è stato in Parlamento, i suoi eredi sappiamo bene dove stanno. 

Raduni fascisti ne abbiamo visti ovunque, ne ricordo più di uno qui a Genova, sempre autorizzati, anche quando al governo c'erano quelli che "dicono" di essere di sinistra. 

E' una vergogna di Stato continua, non una novità. 

Qui però si va oltre e prendono il nome di chi urla W L'Italia Antifascista. 

A volte tornano, anzi non se ne sono mai andati.

lunedì 8 gennaio 2024 4 vostri commenti

Sguardi, persi.

In un ristorante entrano padre e figlio. 

Scelgono un tavolo, in silenzio. 

Si siedono. 

Ordinano, forse.

In silenzio.

Poi, il nulla. 

Non una parola. 

Il volto del padre rivolto verso il bancone del bar, quasi assente, annoiato.

Gli occhi del bambino puntati verso un piccolo schermo, on line.

Tutto in linea, coi tempi.

Così il padre lo segue, anche i suoi occhi sul suo piccolo schermo. 

In rete, ma scollegati. 

Cosa stiamo facendo?!?

lunedì 1 gennaio 2024 6 vostri commenti

Non sarà un buon anno

E’ stato un anno difficile e so che quelli che verranno probabilmente lo saranno ancora di più. 

Ho perso persone importanti nel mio cammino, meravigliose, indimenticabili. Porto con me ogni giorno il ricordo di Anna.

Inizio a non ricordarmi più la voce di mamma, il suo modo di camminare, il suo sorriso.

Mi manca la spensieratezza di papà e della nostra casa.

Ma so anche che non devo fermarmi nel lamento, perché altrove, davvero, il dolore è ancora maggiore.

Sto imparando a capire su chi potrò contare, non tanti ahimè, e a tenermi stretto il valore di chi ci sta vicino. Con la speranza di avere gli strumenti per prendere le decisioni giuste. 

Non posso augurare però buon anno. 

Perché so già che non lo sarà. Perché l’individualismo che ci accerchia e’ tanto, perché siamo sempre meno a lottare, perché il disagio sociale ormai lo si può vedere ad ogni angolo di strada. Perché la maggioranza ha deciso che non è importante lottare per una Sanità che funzioni. Perché ormai è più facile voltarsi dall’altra parte piuttosto che impegnarsi per qualcuno. Perché troppi genitori hanno deciso che il valore dell’educazione ormai è cosa di altri tempi. 

Quindi se potete abbracciate di più chi sta male, chiedetegli una volta ancora come sta, telefonate a chi ha una malattia che la condanna alla solitudine, non date per scontato dirsi “ti voglio bene”, credete nel valore rivoluzionario di un gesto di gentilezza. Riconoscete l’importanza del prendersi cura di qualcuno, del vederlo, ascoltarlo. Lottate per il diritto di esistere di coloro che non hanno voce. Esponetevi anche a rischio di perdere qualcosa di importante. Date spazio al silenzio vostro e alle parole dell’altro. Attendete senza fretta e quando è possibile annoiatevi. Togliete uno schermo anonimo dalle mani di vostro figlio e dategli una poesia da leggere, insieme. 

E poi state con chi vi dona attimi di respiro. Aria fresca da una finestra spalancata. Dove mostrare il cuore. 

Con gli occhi sognanti di un bambino. 

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