Ho sempre avuto difficoltà con l'asse a ginnastica, ho un lontano ricordo di tentativi di stare in equilibrio caduti nel vuoto. Passo dopo passo, braccia che ci aprono e si chiudono, concentrazione in mezzo alle risatine e poi gli ultimi passi per finire il percorso. Veloci, affrettati, che non portavano alla fine però.
Trovare l'equilibrio è la cosa più difficile nella vita. Spesso lo si cerca, si prova a raggiungerlo. Mindfullness, rilassamento, Yoga o semplicemente calma. Il famoso qui ed ora. Magari in alcuni casi è anche passato vicino a noi ma non ce ne siamo accorti. Eravamo di fretta. Già, la fretta. La nemica principale, quella che ci affolla il cervello e non permette di gustare l'attimo.
In teatro per stare in equilibrio mi hanno insegnato a guardare un punto fisso. E tutto passa. Certezze quindi, colonne, gambe del tavolo che sorreggono. E se mancano quelle? E' un problema. Trovare un sostituto non è facile anzi a volte impossibile, ci si accontenta oppure si va alla perenne ricerca di qualcosa.
“La vita è fatta di piccole felicità insignificanti, simili a minuscoli fiori. Non è fatta solo di grandi cose, come lo studio, l'amore, i matrimoni, i funerali. Ogni giorno succedono piccole cose, tante da non riuscire a tenerle a mente né a contarle, e tra di esse si nascondono granelli di una felicità appena percepibile, che l'anima respira e grazie alla quale vive”, ha scritto Banaba Yoshimoto in Un viaggio chiamato vita.
I granelli sono preziosi, come il sorriso di mia madre ieri sera. Non compare spesso, ma quando arriva ti investe in pieno ed è una colonna di marmo.