sabato 30 luglio 2022 9 vostri commenti

Per salvarci

Non basta l’indignazione di un post, troppo semplice, una rapidità che ormai ha creato una società pronta a mettere da parte velocemente storie come quella di Civitanova Marche.

Serve una rivoluzione culturale nel nostro paese, a partire dalle nostre famiglie, con i nostri figli. Far capire l’importanza dell’ascolto, del prendersi cura, dell’accoglienza, della solidarietà, della non violenza fisica e verbale, dell’empatia, del rispetto, della tolleranza, dell’educazione che passa anche attraverso piccoli gesti quotidiani nelle nostre famiglie.

Altrimenti c’è il baratro.

venerdì 29 luglio 2022 9 vostri commenti

Pa’

Sembra ancora di sentirlo quel rumore della chiave nella serratura. "E' papà" dicevamo quando tornavi dal turno in fabbrica. Per me era normale avere un padre che a volte dormiva di giorno. Mamma cercava in tutte le maniere di farci fare silenzio, ma noi eravamo come attratti, venivamo proprio a giocare davanti alla tua porta. 

Chissà quante volte sarai stato stanco o arrabbiato magari per un corteo o altro, ma non hai mai portato dentro casa la fatica di quegli anni di lavoro e di lotta. 

Così mi tengo stretto quel 1994 in treno coi tuoi compagni di reparto in viaggio per Roma alla manifestazione contro Berlusconi. 

Le nostre litigate guardando il telegiornale perché io pensavo di cambiare il mondo, ma non sapevo nulla. 

Quella sera che il tuo cuore ci ha fatto spaventare. 

Le tue facce quando non trovavo mai la vite giusta da passarti. 

I tuoi interminabili presepi.

I tuoi silenzi dopo il primo orecchino, dopo il secondo e la rassegnazione al terzo e ai tatuaggi.

Il tuo pronto intervento per coprire i miei danni dopo i tentativi di appendere un quadro. 

La tua preoccupazione ogni volta che ti dico che sono in corteo. 

Parliamo spesso ma non ricordo se ti ho mai detto grazie. 

Per avermi insegnato il valore della famiglia, l'importanza di una visita, di una telefonata e della presenza di un padre. 

Grazie per quella tuta blu che non ho mai indossato ma che sento addosso. 

Grazie per avermi mostrato la via dell'onestà. 

Grazie per la tua costante preoccupazione per tutti noi, anche se dovresti pensare anche a te. 

Grazie per ciò che fai per mamma quotidianamente e per la tua famiglia, per come guardi e abbracci Greta e per quel "ciao ciccio" che mi accompagna ogni volta che lascio casa vostra. 

Grazie per tutte le foto che ancora stampi.

Grazie per i tuoi racconti su Genova. 

Grazie per darmi la sicurezza di un uomo dell'altro secolo. 

Grazie per avermi insegnato il valore della lotta, l'importanza di battersi per i più deboli e del non lasciare mai indietro nessuno. 

Grazie per avermi dato l'opportunità di dirti che ti voglio bene.

Da piccolo spesso mi chiedevano chi avrei voluto essere, non ho mai saputo dare una risposta certa, dopo 47 anni ora posso dirlo. 

Vorrei essere te.  

Buon compleanno Papà.

lunedì 18 luglio 2022 5 vostri commenti

75

Settantacinque anni sono tanti? Non lo so. Se chiudo gli occhi mi passano davanti tante cose con un comune denominatore i tuoi occhi e il tuo sorriso contagioso.

Gli ultimi cinque sono stati in salita, una di quelle con pendenza massima, quelle che ti sconsigliano, da evitare. Ma noi non potevamo scegliere.

Allora tengo stretto tutto, anche le giornate di sofferenza che cerchiamo di superare, scherzando sul tuo parlare, altro che corsivo. Quelle due mani che si sono cercate senza dire nulla il giorno della diagnosi, le stesse che da piccolo mi aiutavano a rialzarmi, che mi rimboccavano le coperte e che spalancavano le finestre annunciando un’invernale mattina.
Le tue parole sull’importanza della famiglia e il tuo perenne pensiero di dare fastidio.

Tengo stretto anche gli elenchi che ultimamente fai delle cose che nn puoi più fare, perché piano piano, insieme, le sostituiremo con quelle che puoi ancora fare.
Mi tengo stretto soprattutto gli attimi di sorrisi, aria pura, attendendo i prossimi. Perché a me basta anche così.

Auguri splendida mamma.

venerdì 15 luglio 2022 11 vostri commenti

La gentil cura

Sempre più spesso mi capita di pensare quanto sia importante durante la giornata incontrare gesti di gentilezza e praticarla al tempo stesso. 

Eppure sono davvero pochi i momenti in cui la incrociamo. 

Oggi in ambulatorio una paziente mi ha raccontato la storia di suo marito, un uomo con un problema visiva da anni, seguito da un medico che sul finire del suo percorso è riuscito a dirgli "lei cosa ci fa qui in ospedale... toglie il posto agli altri". 

La cura non passa solo attraverso le medicine, i protocolli, la strumentazione, una laurea. E' anche ben altro, parole dette pensando che davanti si hanno persone, non numeri, o pedine da spostare. 

Mi pare si stia perdendo la capacità di ascoltare il paziente, di parlare della malattia, di spiegare chiaramente. Accogliere non solo fisicamente ma verbalmente. 

Spesso molti sottovalutano che certe frasi costruiscono già strade per una guarigione, altre invece le distruggono. 

Definitivamente. 


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