Per me il calcio rimarrà sempre quello di un pallone che finisce sotto una macchina, proprio al centro. A quel punto solo l'intervento della vicina con una scopa riportava tutto alla normalità e si ripartiva.
Rimarrà sempre quello delle felpe usate come pali e una traversa fantasma, con litigate interminabili per un gol non gol, altro che Var.
Rimarrà sempre quello del rumore del Supertele, che se riuscivi ad addomesticare quel pallone eri davvero un fenomeno, ma quello vero.
Rimarrà quello delle scivolate nel campetto dei San Nazaro, con le cicatrici che poi erano mostrate come trofei in giro per la spiaggia con litri e litri di mercurocromo.
Rimarrà quello delle corse per arrivare primo dentro al campo e poter essere nei dieci della partita.
Rimarrà quello del tutti contro tutti.
Rimarrà quello dei mille tentativi per rifare la rovesciata di Pelé in Fuga per la vittoria.
Rimarrà quello del mio esordio a Sori con la maglia numero 8 del Cosmos Usve 1913.
Rimarrà quello dei calzettoni che andavano davanti alla scarpa quando pioveva e il campo sembrava una palude.
Rimarrà quello che se dicevi qualcosa al mister o all'arbitro quando uscivi le prendevi ancora da tuo padre.
Rimarrà quello dei volti delle ragazze e dei ragazzi che ho allenato e dei discordi interminabili fatti nello spogliatoio.
Rimarrà quello delle passeggiate in Corso Italia con la smania di incontrare qualcuno con la radiolina e chiedere "quanto fa il Genoa?"
Rimarrà quello di Signorini che piange sotto la gradinata Nord, della serata di Genoa Oviedo, delle capriole di Thomas, delle giocate di Pato, delle punizioni di Branco.
Rimarrà quello della Coppa delle Coppe, della Coppa Uefa e della Coppa dei Campioni, delle partite tutte alla stessa ora, di novantesimo minuto e i suoi giornalisti da fumetto, con Luigi Necco che salutava Milano.
Rimarrà quello delle storie di uomini, favole, come quella del Verona dello scudetto, del Genoa di Bagnoli, ahimè anche dello scudetto della Sampdoria, dell'Atalanta, del Chievo dei miracoli, del Leicester. Dei piccoli che ce la fanno.
Il resto ormai è solo business, formazioni che non si conoscono nemmeno perché cambiano casacca ogni mese, orari improbabili e campionati d'élite.
Tenetevi tutto, il bello noi lo abbiamo già visto e nessuna offerta potrà mai portarcelo via.