E’ stato un anno difficile e so che quelli che verranno probabilmente lo saranno ancora di più.
Ho perso persone importanti nel mio cammino, meravigliose, indimenticabili. Porto con me ogni giorno il ricordo di Anna.
Inizio a non ricordarmi più la voce di mamma, il suo modo di camminare, il suo sorriso.
Mi manca la spensieratezza di papà e della nostra casa.
Ma so anche che non devo fermarmi nel lamento, perché altrove, davvero, il dolore è ancora maggiore.
Sto imparando a capire su chi potrò contare, non tanti ahimè, e a tenermi stretto il valore di chi ci sta vicino. Con la speranza di avere gli strumenti per prendere le decisioni giuste.
Non posso augurare però buon anno.
Perché so già che non lo sarà. Perché l’individualismo che ci accerchia e’ tanto, perché siamo sempre meno a lottare, perché il disagio sociale ormai lo si può vedere ad ogni angolo di strada. Perché la maggioranza ha deciso che non è importante lottare per una Sanità che funzioni. Perché ormai è più facile voltarsi dall’altra parte piuttosto che impegnarsi per qualcuno. Perché troppi genitori hanno deciso che il valore dell’educazione ormai è cosa di altri tempi.
Quindi se potete abbracciate di più chi sta male, chiedetegli una volta ancora come sta, telefonate a chi ha una malattia che la condanna alla solitudine, non date per scontato dirsi “ti voglio bene”, credete nel valore rivoluzionario di un gesto di gentilezza. Riconoscete l’importanza del prendersi cura di qualcuno, del vederlo, ascoltarlo. Lottate per il diritto di esistere di coloro che non hanno voce. Esponetevi anche a rischio di perdere qualcosa di importante. Date spazio al silenzio vostro e alle parole dell’altro. Attendete senza fretta e quando è possibile annoiatevi. Togliete uno schermo anonimo dalle mani di vostro figlio e dategli una poesia da leggere, insieme.
E poi state con chi vi dona attimi di respiro. Aria fresca da una finestra spalancata. Dove mostrare il cuore.
Con gli occhi sognanti di un bambino.
Spero che invece qua e là ci siano tanti papà che ti assomigliano e che tanti bambini come Greta stiano crescendo pronti a preparare un mondo migliore.
RispondiEliminaTempi cupi, l'età avanza, vediamo noi e i nostri cari rimasti assediati da malattie e disfacimento. Bisogna lottare per ogni nuovo giorno e mai rassegnarsi. Anche leggendo una poesia. O scrivendone anche. Io te lo auguro Buon Anno, perché chi vi si affaccia merita la nostra fiducia, e la nostra speranza vitale.
RispondiEliminaNonostante tutto ciò che hai scritto nella prima parte del tuo bel post, e che purtroppo è sotto gli occhi di tutti, io ti auguro ugualmente un anno colmo di pace, salute, tenerezza e consapevolezza. Ciao Ernest e buon anno alla tua Greta.
RispondiEliminasinforosa
Anch'io ti auguro un buon anno, a prescindere dal quadro che hai descritto.
RispondiEliminaAllo stesso tempo, spero che coloro su cui potrai affidarti continueranno ad esistere, perché meglio pochi che nessuno.
Un abbraccio.
augurarsi tempi migliori è un inganno, innanzitutto perché è come ammettere che il passato sia stato peggio, che è uno stereotipo quasi come pensare che il futuro sia peggiore e 'quanto si stava meglio prima...
RispondiEliminaConclusione? fare del nostro meglio e quello che arriva arriva, spesso dipende solo da noi
Consigli dolcissimi, grazie!
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