giovedì 22 ottobre 2020 10 vostri commenti

Deja virus

Stanno di nuovo scegliendo.

Ti mandano a casa anche se stai male, perché i letti non bastano e se arriva qualcuno che sta peggio di te allora devono fare posto per forza. Non oso pensare cosa possa passare nella testa di un medico, di un infermiere che in quel momento deve scegliere cosa fare. Chi tenere e chi mandare via. Numeri che dietro hanno un nome e un cognome. Mogli o compagne che non possono assistere in attesa di un messaggio una telefonata e bambini che si domandano cosa stia succedendo.

La stessa cosa. Ecco cosa sta succedendo. La stessa dannata cosa di 8 mesi fa. 

In mezzo c'è stato di tutto.

Si muore solo di patologie pregresse, ma forse no. La caccia alle streghe, un colpevole da trovare, i runner, i bambini, quelli che portavano fuori il cane, il calcio, gli aperitivi. Le ambulanze in coda. I droplet, ovvero gli sputi, perché a noi piace parlare strano. I morti di Bergamo e le bare. Poi sui balconi a cantare, per poco, i disegni sparsi qua e là, quel "andrà tutto bene" che sapeva già di una sconfitta, farina comprata come se non ci fosse un domani, pasta fatta in casa e corsa ai supermercati, le prime mascherine fatte in casa, quelle antipolvere e gli sguardi di sfida al supermercato per accaparrarsi l'ultimo barattolo di nutella. L'attesa dei Dpcm, la scoperta dei Dpcm e quindi tutti giuristi. Le discussioni, ora ci chiudono, forse no, ci hanno chiuso. La fuga dal Nord al Sud, di nuovo la caccia agli untori. I virologi che prima non li considerava nessuno. La spesa per i nonni, la distanza dai nonni, le lacrime per i nonni. Bambini in quattro mura, la televisione che è diventata amica, la ginnastica in casa. Computer e Tablet per tutti, anzi no, per pochi. Lo smartworking perenne, gli eroi portati in trionfo. I cinesi che arrivano, i cubani pure, i soldi no. La primavera sui balconi e con lei il 25 aprile e 1maggio, bella ciao col vicino che ti guardava storto. Le grigliate sul poggiolo mentre infermieri vestiti da ghostbuster entravano nel palazzo di fronte. Un altro Dpcm, forse ci aprono, no, si, non si capisce. Gli essenziali e i non essenziali. Ricordati di lavare le mani, sempre e di santificare le feste, ma non si può uscire. Forse ci aprono, un po'. Aria, ma a distanza e qualche occhiataccia. Caccia alle mascherine, la spesa on line che non arriva mai. I primi negazionisti, i primi festaioli. La politica, riapriamo tutto, anzi no, anzi si, anzi chissenefrega. Gli eroi che iniziano ad essere dimenticati, i premi che non arrivano, a loro, ma arrivano, ai dirigenti. L'estate che sta per arrivare con quelli del riapriamo alla cazzo, si ma noi siam diversi, meno distanziamento, e noi abbiamo meno spiagge allora ci vuole l'applicazione, si ma noi non possiamo stare poco in spiaggia e allora apriamo tutto. Venite in Liguria, in Lombardia, in Sardegna, venghino signori venghino che non si dica che qui va male. Liberi tutti, protocolli calpestati, numeri di telefono falsi nei ristoranti, se te li chiedono. Non ce n'è Coviddì al mare, dice una laureata all'università della vita. I virologi, quelli veri, più in tv che nei reparti. Il governo che segue il consenso, apro o non apro, ma si apro. Le regioni con a capo i "governatori" quelli dei cinesi che mangiano topi, quelli dei nastri del ponte che hanno fatto tutti, quelli che fanno i comizi in tv. Quello del Papeete che ritorna a fare i selfie, i negazionisti in piazza che dicono che il virus non esiste ma è già nelle mascherine, quindi esiste, ma il loro cervello no. Astinenza da Dpcm. Il calcio, non sia mai, si riprende, tutti in piazza per le promozioni e gli scudetti. La cassa integrazione che non arriva, anzi arriva, no no non arriva, come il bonus finito in qualche cassetto. Padiglioni Covid chiusi per prendere premi, contratti degli infermieri non rinnovati, per risparmiare e prendere premi. Terapie intensive non aumentate, per risparmiare e prendere premi. Il vaccino che arriva, no scherzavamo, ma in Cina lo hanno, si ma a 60 dollari, troppo poco. A noi checcefrega, apriamo tutto anche quello che non abbiamo. La Liguria Covid Free, venghino tutte le barche del mondo. Ma arriva anche dell'altro. Il primo focolaio, si ma niente di grave. Poi il secondo, no problem sono troppi tamponi. Il terzo, tranquilli è solo un'influenza. Il quarto, panico, coprifuoco, anzi no assembramenti, ma si fa per dire. E la scuola, ma chissenfrega. E la sanità, ma chissenefraga tanto la tiene uno solo al comando, prende tutto. 

E ora.

Si muore solo di patologie pregresse, ma forse no. La caccia alle streghe, un colpevole da trovare...

mercoledì 14 ottobre 2020 12 vostri commenti

Rewind

Genova sembra tornata a marzo 2020. Anzi peggio.

I contagi stanno aumentando, paghiamo l'incoscienza di molti e una gestione della Sanità a colpi di propaganda da parte di Toti. Un presidente di Regione che dovremo tenerci per i prossimi 5 anni, che molto furbescamente ha evitato il confronto con gli avversari. Tutto ciò grazie  ancora una volta ad un centro sinistra che è riuscito nell'impresa di perdere contro uno dei peggiori presidenti di Regione avuto in questi anni. Abile nel gioco delle tre carte. Un prestigiatore professionista nel nascondere lo sporco sotto lo zerbino. 

La Liguria è stata una delle prime ad allargare le maglie dei protocolli di sicurezza. Un'estate da farsi venire il nervoso nelle nostre spiagge, con distanze ridotte "perché noi siamo diversi" e vicinanza un po' ovunque.

Per non parlare delle passerelle fatte per il ponte, la campagna elettorale con i pezzi grossi arrivati qui con tanto di mascherina portata una volta si e dieci no. 

Paghiamo soprattutto una Sanità che ha ricevuto il colpo di grazia dalla Giunta Toti. Un settore che già prima il centro sinistra aveva messo nel dimenticatoio. Quindi che altro aspettarsi da una destra affaristica che svende i pezzi pubblici aprendo al privato un po' ovunque. 

Basta fare un giro nelle ASL genovesi per capire la situazione. Anziani in fila al freddo ad attendere l'ingresso. Dopo otto mesi di pandemia la Regione non è nemmeno riuscita ad organizzare un'alternativa o quanto meno una soluzione per evitare tutto ciò. 

Solo propaganda, parole che però hanno incantato la maggioranza dei liguri che evidentemente sono masochisti. 

Ciò che di più mi spaventa però à la mancanza di senso civico da parte di troppe persone, frutto di un individualismo già presente da anni nel nostro paese. La pandemia ha solamene scoperto ciò che non volevamo vedere.

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