I tempi erano decisamente diversi e non solo questi. C'erano altre donne, altri uomini. Niente marche e tanti ideali. Voglia di libertà e condivisione vera di quelli che erano i valori fondanti della resistenza che da poco era scesa dalle montagne.
Il 30 giugno del 1960 i ragazzi dalle magliette a strisce dissero di no al ritorno del fascismo nella città medaglia d'oro della resistenza, cacciarono dalle vie che 15 anni prima videro i partigiani liberare la città il Movimento Sociale che aveva scelto proprio Genova come luogo per il proprio congresso, un guanto di sfida rispedito al mittente, dando il via alla caduta del governo Tambroni
41 anni dopo Genova si è trovata nuovamente davanti ad una sfida rispondendo alla grande con i cortei contro il G8, insultata ancora una volta dalla presenza di Fini, dall'irruzione alla Diaz, dalle torture nella caserma di Bolzaneto, dai canti fascisti cantati in faccia ai ragazzi imprigionati, dalle cariche delle polizia contro anziani donne e ragazzi che manifestavano pacificamente, da proiettili vaganti in piazza Alimonda "deviati" da sassi come dicono loro. Perché il fascismo è sempre in agguato in forme diverse.
I tempi erano decisamente diversi nel 1960, gli uomini erano diversi e il vento allora fischiava.
A noi hanno raccontato che si dovevano buttare via le ideologie, ma insieme hanno messo anche gli ideali, ed ora la situazione è questa.