La chiamavamo Pascoli tanti anni fa quella scuola, non Diaz.
Mia nonna faceva la bidella, quando ancora si poteva dire, proprio lì. Ricordo che una volta andata in pensione spesso mi portava con lei da piccolo a salutare i suoi colleghi. Quel "Sanna" di cui non ricordo nemmeno la faccia.
Ho ancora in mente però l'entrata, la stessa che quella maledetta notte la polizia sfondò per entrare dentro e dare vita alla macelleria messicana.
Brandelli di carne e sangue nei corridoi. Gli stessi che avevo visto con occhi di bambino, percorsi da mia nonna per portare magari qualche circolare in una classe.
Da quel giorno Genova non è più la stessa, noi non siamo più gli stessi. Ci hanno massacrato fisicamente e mentalmente. Ucciso un movimento che aveva ragione, oggi più che mai abbiamo le prove.
Le immagini di quella sera resteranno sempre nella mia mente. Ragazzi trascinati, molotov inventate e poi la vergogna della caserma di Bolzaneto dove il buio del fascismo ha oscurato quella poca luce che ancora era rimasta accesa.
Non dobbiamo dimenticare quei giorni perché sarebbe come rinnegarli, rimuoverli per la vergogna di non avere impedito tutti questi pestaggi.
Non facciamolo.