martedì 28 giugno 2022 20 vostri commenti

Poche certezze per i diritti

Non mi meraviglia la decisione della Corte Suprema degli Stati Uniti per quanto riguarda l'aborto, mi spaventa molto la mancanza di un movimento globale per la rivendicazione e la difesa di diritti che dovrebbero essere alla base di ogni società civile.

Non sono così convinto che le grandi conquiste ottenute anche qui in Italia siano al sicuro, ma non solo dalla politica attuale, anche dallo stesso popolo. Provate ad immaginare ora un referendum sull'aborto o sul divorzio. Non ho tutte queste certezze rispetto all'esito. 

Su questo dovremmo anche riflettere. 

martedì 21 giugno 2022 10 vostri commenti

Quella notte prima

Sono passati 28 anni da quella notte prima degli esami e a dirla tutta non ricordo più se quelle ore erano piene d’ansia o meno. 

Ho un ricordo un po’ offuscato di quei banchi disposti a lisca nel corridoio della scuola, lo stesso dove facevamo casino durante l’intervallo, testimone di meravigliosi momenti durante l’occupazione. 

Non scorderò mai quell’alunno di un’altra classe che andando in bagno aveva fatto mostra a tutti del Bignami sporgente nella tasca dei jeans. Pura poesia. 

Il volto del presidente di commissione, le domande su Dante o il suo commento sul mio tema che definí ottimo ma “politicizzato”. 

Noi non eravamo 4 ragazzi e una chitarra, anche se una c’era ma elettrica,  eravamo un gruppo che non scorderò mai, una classe che ci ha trasformato in amici che ancora adesso si sentono e si vedono. Qualche segno del tempo scandito da battute che si ripetono. In fondo qualche parte di noi è ancora lì seduta in un banco a sperare nella domanda giusta, a sperare nello sguardo  di quella ragazza o quel ragazzo, a sperare di avere sempre amici intorno e avere voglia di cantare e di cambiare.

venerdì 17 giugno 2022 10 vostri commenti

Le storie nei piatti

In casa mia il momento del pranzo o della cena è sempre stato una sorta di rito. Primo, secondo,  contorno e dolce immancabili. Impensabile sedersi e non mangiare una portata.

Ricordo ancora le pentole sul fuoco messe da mia madre, il ragù cucinato per ore "perché più cuoce più è buono", la quantità incredibile di pasta buttata per me e mio fratello, adolescenti con una fame interminabile. Per non parlare del minestrone freddo lasciato sulla tavola con il mestolo in mezzo come una sorta di spada nella roccia. 

La domenica era il momento della pasta fatta in casa, un appuntamento fisso. Gnocchi, taglierini, taglierini verdi, tagliatelle, lasagne. Ci divertivamo ad aiutare nostra madre e in caso si facessero ravioli o tortellini anche mio padre, in onore delle sue origini emiliane. Un piccolo pezzo di pasta, la rondella per tagliare e via con la macchina per fare la sfoglia. 

Poi quei piatti che ho ancora ben presente. Carne fritta al sugo, rotolo di carne tritata con uovo in mezzo, carne patate e prosciutto, patate al forno con la besciamella, trippe con patate e fagiolane, stoccafisso, spezzatino in bianco e al pomodoro. Un menù senza fine. 

Si andava a mangiare fuori di meno, capitava nei momenti particolari, una festa, una ricorrenza, una riunione di famiglia. Il momento del pranzo era davvero importante nei preliminari. Mia nonna, che non sapeva cucinare, si occupava della tavola, i tovaglioli ognuno col suo portatovagliolo, i piatti, i bicchiere. Come potrei dimenticare l'acqua di Vichy, quando era ancora buona intendiamoci. 

Profumi che non si possono dimenticare, che ancora adesso in parte ritrovo nei piatti che mio padre ha imparato a ripetere e io come lui ogni tanto provo, cercando di dare la giusta importanza al momento in cui ci sediamo davanti ad un piatto che oltre al gusto ha una storia. 

lunedì 13 giugno 2022 18 vostri commenti

Dell'utilità delle persone

"Si è utili anche quando si è in coma".

Queste le parole che un paziente mi ha detto qualche mattina fa. Una frase che comunque la si voglia leggere lascia un segno. Si parlava di inutilità, delle volte in cui si fanno i conti con la vita attuale e ci si sente meno utili. Quando gli altri ci fanno sentire inutili, oppure si ha solo la sensazione. 

Parole che a volte escono  anche a fatica dalla bocca di mia madre. Macigni che cadono su una giornata, pesanti da sostenere, come se ogni lettera che va a formare quelle parole ci desse una sorta di mazzata sulla schiena. Eppure è così.

Non so dove stia la verità, ma quello che posso dire è che a volte le prospettive di chi vive un dolore possono cambiare le considerazioni. Da figlio di una madre ora disabile ogni giorno le dico della sua utilità, ma capisco anche il suo stato d'animo di una donna che prima aveva il suo quotidiano fare e ora si trova a contare i minuti che passano. 

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