venerdì 24 febbraio 2023 11 vostri commenti

Sostiene chi sostiene

Eo, sinjuri, s'eo fabello, 

lo bostru audire compello:

de questa bita interpello 

e ddell'altra bene spello.

Poi ke 'nn altu me 'ncastello, 

ad altri bia renubello 

e-mmebe cendo [e] flagello.

Et arde la candela, sebe libera, 

et altri mustra bia dellibera.


Uno dei primi componimenti in volgare del ‘200. Un Ritmo in cui si parla della strada mostrata agli altri, di chi si prodiga, o se vogliamo chi aiuta e sostiene nel momento del bisogno. 

Così come la candela mostra la strada libera e nel frattempo si consuma.

Chi fa luce però ha bisogno di un’altra candela.

martedì 14 febbraio 2023 12 vostri commenti

Dritti contro un muro



Servirebbe una rivoluzione, che parta dall’ascolto. Dalla persona.
Ma stiamo assistendo da tempo a ben altro.
Come disse Rosa Luxemburg


“A volte mi è più prossimo il cinguettio delle cinciallegre che una riunione di partito”.


Ecco.
martedì 7 febbraio 2023 11 vostri commenti

Giorno dopo giorno

Le malattie degenerative si muovono nell’ombra, quasi in punta di piedi, senza farsi annunciare.

Il giorno prima una cosa funzionava, quello dopo un po’ meno.

Si è spesso inermi testimoni con il desiderio di fare qualcosa.

Diventa quindi una vita di elenchi.

Quello delle cose fatte e da fare. Quello delle speranze impossibili. Quello delle visite spesso piene di paroloni, a volte numeri in una stanza d’ospedale, altre invece incontri con splendidi operatori.

L’elenco delle medicine da prendere e da evitare.

Quello ristretto delle persone su cui puoi contare.

Quello lungo delle persone sparite, delle telefonate che non arrivano più e del silenzio. Forse perché non vedendola la malattia fa meno male.

Poi il ricordo di ciò che era, come la voce di mia mamma, che a tratti ora non c’è più e che fatico a ricordare. Quel suo sguardo come a voler dire basta. Quelle dita lente che si muovono su un comunicatore così freddo per delle relazioni che ancora vogliono esistere.

Anche le risate per un buffo modo di parlare tutto nostro. 

È così.

Si vive al minuto, felici di esserci, cercando di fermare il pensiero pericoloso dell’ andare avanti nel tempo.

Rabbia e dolore cercano di prendere spazio, a volte riuscendoci, altre invece respinti da sorrisi resistenti. Con la consapevolezza di soffrire ora ma di poter dire, poi, che il possibile è stato fatto. 

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