mercoledì 16 luglio 2025 0 vostri commenti

Gli abbracci



“A volte mi riconosco negli altri. Mi riconosco in chi resta fisso dov'è, negli amici-rifugio, magnifici matti innamorati della giustizia, insetti alati della bellezza, e poi negli altri girovaghi e sfaccendati che vagano per queste lande e per queste lande continueranno a vagare, come le stelle della notte e le onde del mare. E perciò, quando mi riconosco in loro, sono aria che impara a sapersi perpetuata nel vento.
Mi sembra che sia stato Vallejo, César Vallejo, a dire che a volte il vento cambia aria.
Quando non ci sarò più, il vento ci sarà, e continuerà”

Così scriveva Eduardo Galeano nel Libro degli abbracci.

Siamo spesso travolti dalla frenesia della quotidianità. Immersi in un universo parallelo che ormai la realtà digitale ci ha convinti essere l'unica possibilità di relazione. Arrivati al punto che troppe volte perdiamo i volti e i nomi delle persone. Che passano così rapidamente da non lasciare il segno.

Ma noi siamo se esistiamo al plurale.

Alla ricerca di punti fissi nella nostra vita, pensando a quelli persi, cercando di ricordarli e percorrere i sentieri che ci hanno lasciato.

Come luoghi che ci fanno rinascere e pensare.

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