Un anno fa, dopo la morte di mamma, Greta mi disse “ora papà dobbiamo aspettare la cicatrice ma non dimenticare”.
Mi porto dietro da tempo un bagaglio a mano di parole di cura, medicine da prendere al bisogno, rilasciate nel tempo da stelle che ho incontrato.
Queste su tutte.
E’ dura però, perché certe cicatrici impiegano tanto per rimarginarsi. Hanno bisogno di cura, la stessa che mamma con il suo sorriso, anche nella drammaticità di una malattia degenerativa, riusciva a donare.
Ora il vuoto è tanto, ed io, abituato a voler sistemare le cose, di fronte a questo arranco.
Così i bei ricordi si mischiano a troppe immagini di dolore di un anno fa. Fotogrammi difficili da dimenticare.
Come quella notte tra il 21 e il 22 agosto, papà che accarezzava la donna che ha amato per tutta la vita, guardarmi chiedendomi se era finita davvero.
Ora proviamo ad andare avanti, scorrendo le immagini di una vita, come seduto guardando dal finestrino del treno. Amavo farlo da piccolo.
Col ricordo a quella sensazione che ancora sento “se mi stringi forte fino a ricambiarmi l’anima”.
Ma è un film che va di fretta.
E io sono alla ricerca della pausa.
Magari per un fotogramma.
Il tuo sorriso.
La malattia si è presa troppo presto la tua Mamma, resta il conforto del percorso insieme che lei è Greta hanno fatto, che anni preziosi!
RispondiEliminaCerca mamma negli occhi di Greta, io la posso vedere solo nella mia memoria, ma mi parla, mi segue, la sento.. un sacco di volte quando esco per andare a trovare papà, dico a Lulù: vado da mamma. ;)
RispondiEliminaPasserà, certo, ma mai del tutto, ma passerà. Una persona così importante non potrà mai passare del tutto e il dolore è là a ricordarcelo.
RispondiEliminaUn abbraccio
Ciao, sono tornato al blog, ho messo qualche post nuovo, non ho ancora parlato di Gaza, nè del Donbass.
RispondiEliminaDue storie diverse, dove chi detiene il potere occidentale (NATO), non ammette diserzioni, inventando fake news continue, dai bar di Gaza con tanto di profilo Facebook, all'attentato al nord-stream attribuito ai russi.
sono allibito dal menefreghismo generale. Buon vento.
Ciao ho perso mia madre molti anni fa, per quella malattia incurabile... lei aveva poco più che 60 anni, io poco più che 40. Mi mancano le sue sgridate, ma anche in egual misura i suoi sorrisi. E la sua parlata veneta. così dolce....
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