venerdì 11 aprile 2014 33 vostri commenti

Asimov non ce l'avrebbe fatta

E' un paese da fantascienza. Lo sappiamo, lo abbiamo detto più volte. Ogni giorno abbiamo la conferma.
Qui basta far parte delle alte sfere per avere una condanna e non fare nemmeno i servizi sociali... qui basta avere un nome di quelli che contano per riuscire ad essere irreperibile dopo una condanna per mafia... qui basta stare in parlamento per anni per avere sul  conto 49milioni di euro e poi direi di essere in rosso... qui basta appartenere ad un club per  trovarsi una casa ad insaputa... qui si può per fare il ministro anche senza titolo mentre a noi ce ne chiedono mille... qui basta avere la tessera giusta per essere esperto di tutto passando da un assessorato all'altro... qui basta avere i soldi e il tribunale non si vede nemmeno in cartolina... qui basta ereditare e non si esce più da quel giro... qui basta stare al piano di sopra per fare contratti vergognosi e ricattare i lavoratori... qui basta dire due belinate in Tv e ti credono tutti anche se fuori la disoccupazione continua a salire... qui la cosa importante è che non si fermi il campionato poi tutto il resto chissenefrega... qui non importa a nessuno se la costituzione viene smantellata e calpestata... se stiamo tornando indietro e leggi come lo statuto dei lavoratori e la legge sull'aborto continuano a riceve colpi a destra, che sarebbe anche logico, ma pure a manca (e non la chiamo sinistra).
Qui...neanche il più bravo degli scrittori di fantascienza ci sarebbe riuscito.
mercoledì 9 aprile 2014 24 vostri commenti

L'ultimo guerriero degli ex tredicenni


Tranquilli, anticipo alcuni commenti.
Era tutto finto.
Roba da tv commerciale.
Un'americanata.
Ma cosa guardavi!
Lo so e non ci posso fare niente. Era la fine degli anni 80 e avevo 13 anni. Io e mio fratello aspettavamo ogni sera quella mezz'ora di Wrestling con tanto di telecronaca di Dan Peterson, per me numero uno. Quella sera l'accento alla Oliver Hardy ci portò in una nuova dimensione... un nuovo personaggio... Ultimate Warrior. Uno che fin dall'inizio mise in discussione il tifo sfrenato per Hulk Hogan, il nostro preferito. 
Per colpa sua ho dovuto buttare via parecchie canottiere, volevo imitarlo mentre se le toglieva strappandole. Ultimate Warrior entrava sul ring a 200 all'ora, almeno a me sembrava, scuoteva le corde e urlava come mia madre quando non riusciva a svegliarci per andare a scuola. 
Lo so state scuotendo la testa. Capisco.
Poi il big match. Warrior contro Hulk Hogan e il passaggio dello scettro dal vecchio campione al nuovo, con due spettatori, io e mio fratello increduli e indecisi per chi tifare. Problemi adolescenziali
Poi il mistero del suo ritiro... qualcuno diceva fosse morto... poi la ricomparsa e poi ieri la sua morte quella vera per infarto.
Lo so era finzione, un baraccone di spettacolo, un perfetto mix americano capace di inchiodare adolescenti alla tv. Ma i personaggi si dice non muoiono mai soprattutto quelli dei tredicenni.
martedì 8 aprile 2014 11 vostri commenti

La vita è altrove

"La vita è altrove" diceva Rimbaud.
E forse aveva ragione. Troppe volte perdiamo tempo a fare cose che non ci piacciono. A volte siamo obbligati vero, come ad esempio sui nostri posti di lavoro, ma il pensiero che la vita è altrove in qualche occasione ci può aiutare.
Ad esempio prendete il caso più classico, una conversazione con un vostro superiore. Chiaramente le due posizioni non paritarie trasformeranno, nella maggiorparte dei casi, il dialogo in una specie di pezzo di teatro dell'assurdo. 
Una dei due che prova a spiegare il lato pratico del lavoro e l'altro, che nella maggiorparte dei casi non lo ha mai fatto, intimerà una strategia (perché di solito parlano così) da seguire, buttandoci in mezzo qualche neologismo d'avanguardia e qualche insinuazione sul ruolo.
Bene. In quel momento forse basta pensare che la vita effettivamente è altrove. Che le cose che ci fanno stare veramente bene sono da altre parti e che la nostra energia la dobbiamo indirizzare verso quelle.
Difficile. Anzi molto difficile perché il più delle volte la sequenza del dopo conversazione con un superiore è... colorito rosso... dialogo in solitudine a voce alta.... gesti automatici... porte sbattute... sigaretta accesa... sigaretta spenta... colorito viola... gesti... parole... e ancora gesti... sigaretta accesa.
Ma la vita è veramente altrove.
lunedì 7 aprile 2014 16 vostri commenti

5 anni

Pare che siano 39 le promesse non mantenute da Berlusconi per quanto riguarda il terremoto de L'Aquila. 
Probabilmente una basta per ricordare quei giorni e quei personaggi imbarazzanti, che ridevano e  che si aggiravano come sciacalli sulle macerie della povera gente.

"Una cosa fondamentale che voglio dire è che nessuno sarà lasciato da solo"
6 aprile 2009

Poi è anche giusto ricordare che dopo ci sono stati anche altri governi... Governo Monti, Governo Letta, Governo Renzi. Risultati pochi, inchieste per corruzione molte, colpevoli nessuno. Un perfetto mix della repubblica italiana.
venerdì 4 aprile 2014 32 vostri commenti

La totalità dei 16 anni

Capita a volte guardando un film, leggendo un libro o riprendendo in mano vecchie foto  di ripensare al periodo delle superiori. A quei 16 anni. Tornano in mente le  immagini, ascoltando "Gioconda"dei Litfiba, di un gruppo di amici che cammina verso la fermata dell'autobus accompagnati dalla radio...

E spunta il prete 
Col dito in cielo
Che mi vaneggia della fedeltà 

Mimando il segno...

Vorrei parlare
Farti capire
Che questa farsa non mi cambierà 

Mostrando tutta la convinzione che si può avere quando si hanno vent'anni, quando si ha la certezza di non cambiare mai...

Ma la speranza è l'ultima a morire
Chi visse sperando morì non si può dire 

Partecipando ad un coro nel quale si inseriva anche il più timido, quello che non si ricordava mai le parole...

Il cuore no, no, non te lo do
L'anello no, no scordatelo! 

Assolutamente convinti di questa cosa, urlandolo magari verso la fidanzata di turno...

Mi sento freddo, paralizzato
Praticamente incatenato
 

Provando totalmente queste sensazioni che a 16 anni sembrano infinite quando si viene respinti, quando si viene sommersi da un amore non corrisposto, quando si partecipa, quando si protesta, quando gli altri non capiscono mai, quando i prof  sembrano così lontani, quando Leopardi e Manzoni sono nella lista dei peggiori nemici, quando una corsa per prendere l'autobus diventa una sfida, quando la scalinata per salire alla porta della scuola sembra la via per il nulla, quando un solo sguardo della ragazza che ami da impazzire ti fa rimanere imbalsamato per ore, quando in una canzone vedi solo te e lei... e a volte purtroppo anche il terzo lui, quando uno sguardo dato male può volere dire una rissa, quando i bagni diventano un rifugio e i bidelli una copertura, quando si viene riempiti da quell'età dall'inizio alla fine.
Era il 1992...

giovedì 3 aprile 2014 22 vostri commenti

Niente Happy Meal per i lavoratori

Alzi la mano chi non l'ha mai fatto!
Da adolescente ci si dava appuntamento in centro davanti alle vetrine del Burgy, allora si chiamava così. Non ricordo se la qualità del panino era la stessa, ricordo solo le patatine e le scene assurde fatte li davanti per conquistare qualche ragazza. Alla fine si finiva sempre a giocare a Subbuteo.
Cmq i tempi sono cambiati, o forse no, e giusto per ricordare che i migliori esecutori delle condanne siamo noi consumatori dovremmo rammentare che tutte le volte che stiamo per entrare in un McDonald, oltre a farci del male fisico per quello che mettono nei panini, facciamo del "male sociale". 
Negli Stati Uniti sono partite sette cause in tre stati per denunciare straordinari mai pagati, dipendenti ai quali è stato impedito di timbrare il cartellino, lavoratori costretti a comprarsi le divise di tasca propria, pausa pranzo negata e paga oraria sotto la soglia legate. 
E altro molto altro... ma Happy Meal a tutti.
mercoledì 2 aprile 2014 26 vostri commenti

Ma perché?!?

Ombra: "Ernest scrivi un post dai!"
Ernest: " Scusa, davvero, non me la sento..."
O.: "Ma cosa stai dicendo, ti vuoi fare pregare. Ti ho capito dopo l'intervista al Moz o'Clock ti senti importante ti vuoi far pregare. Ah bbbbelllo!!!"
E.: "Guarda stai proprio sbagliando, lascia stare!"
O.: "E allora scrivi su che ti clicchiamo qualche mi piace eddddai!"
E.: "Sarei troppo incazzoso nello scrivere..."
O.: "Ma perché?!?"
E.: "Perché esistono due mondi come abbiamo sempre detto, il sopra e il sotto, e quelli sopra non capiscono, non sentono anzi ti prendono anche in giro..."
O.: "Ma perché?"
E.: "Perché anche nel mondo di quelli di sotto ci sono quelli che pretendono e non fanno mai niente... e poi ti fermano e ti chiedono spiegazioni... e ti telefonano... e se non rispondi sei un maleducato... sei uno che non si fa mai trovare..."
O.: "Ma perché?!?"
E.: "Perché anche se fai il tuo lavoro con coscienza e professionalità arriva un giorno uno che ti dice che non puoi lavorare perché non hai il titolo giusto... mentre quello ha un posto di potere... un ministro... un assessore... magari non ne ha nemmeno mezzo di titolo... e allora ti arrabbi e cerchi di lottare poi ti giri e ti ritrovi sempre assieme ai soliti quattro..."
O.: "Ma perché?!?"
E.: "Perché te lo dico io... qui in generale la cosa importante è essere tra i salvati, dei sommersi non se ne occupa nessuno, la cosa importante è non essere nominati, rimanere a galla magari temporaneamente a galla, mentre altri annegano... e altri ancora hanno il loro ombrellone sulla riva con tanto di lettino e cocktail e un interinale a fare i massaggi...
O.: "Ma perché... ma perché... ma perché ti ho chiesto di scrivere un post!
venerdì 28 marzo 2014 39 vostri commenti

Chi è rigido?

Oggi dall'alto dei suoi 495mila euro all'anno il signor Visco Ignazio, governatore di Banca d'Italia, ci spiega che i colpevoli del mancato sviluppo sono le imprese e i sindacati a causa della loro rigidità.
Premettendo che non bisogna essere ottusi e ammettere che alcune volte non sono solo i politici a sbagliare, mi viene in mente però che da anni ormai i lavoratori hanno perso diritti e  forza contrattuale vedendo stracciare i contratti nazionali dal primo Marchionne che capita.
Chi sarebbero i rigidi? Noi? Noi che ci vediamo spostare di mansione da un giorno all'altro?
Noi che ci vediamo disdettare un contratto da un giorno all'altro?
Noi che se non firmiamo un contratto veniamo discriminati?
Noi che non ci vediamo riconosciuti arretrati che ci dovrebbero dare per legge?
Noi che siamo sottopagati?
Noi che abbiamo stipendi fermi da anni?
Noi che l'ultima volta che abbiamo preso un premio di produzione ce l'hanno dato in fiorini?
Noi che dopo anni di lavoro ci vengono a dire che non abbiamo titoli per lavorare?
Noi che veniamo tagliati, messi in mobilità, cassa integrazione, spediti nel giro di poche ore in un'altra regione?
Chi è rigido quindi?
giovedì 27 marzo 2014 20 vostri commenti

Una cattedra da 192mila euro

L'intento giornaliero è quello di non arrabbiarsi, di non farsi venire quella vena che spunta dal collo quando ci tagliano la strada mentre guidiamo e di godersi magari un buon panorama senza pensare... ma... ultimamente c'è sempre un ma pesante come un macigno.
Questa volta si tratta di un'altra genialata che solo il nostro paese poteva permettersi. Cosa può essere peggio degli sprechi dei quali siamo testimoni? Produrre altri sprechi per finanziare un'alta scuola dell'economia e della finanza che dovrebbe formare i manager nell'arte del risparmio dei soldi pubblici. Il tutto alla modesta somma di 2milioni e mezzo all'anno per retribuire 13 professori.
Avanti il prossimo...
mercoledì 26 marzo 2014 36 vostri commenti

Ernest risponde!

Oggi niente mugugno, nessuna segnalazione o menata politica. Oggi si parla di... Ernest!
Già, proprio il sottoscritto e tutto grazie a MikiMoz e al suo ottimo Blog Moz O'Clock dove nonostante i miei avvertimenti ha deciso di intervistarmi.
Un faccia a faccia di due ore... scherzo tranquilli... in cui Ernest svela alcuni suoi segreti in stile soap opera. Poi non fermatevi ma andate a leggere i post di MikiMoz sempre interessanti e pieni di spunti.
Quindi se volete sapere qualcosa di più di Ernest, se volete insultare Ernest per le sue risposte e soprattutto se volete sapere per quale motivo Ernest continua a parlare in terza persona... andate su...


Mi raccomando, democraticamente, ma chi non clicca è del club forza silvio...


lunedì 24 marzo 2014 31 vostri commenti

Il titolo è sbagliato


Già il titolo è decisamente sbagliato. Al posto di "Quando c'era Berlinguer" il Ualter, che a quest'ora dovrebbe essere in Africa, avrebbe dovuto mettere "Se fosse qua ci prenderebbe a calci..."
Ecco il titolo giusto. Non ho visto il documentario e non entro nel merito della qualità. Ma vedere in questa occasione Fini... Letta... Napolitano... Bertinotti... e buona parte delle alte sfere politiche complici della situazione del nostro paese fa venire i brividi.
Su Veltroni non aggiungo altro si commenta da solo e di lui rimarrà nei libri di storia la sua faccia ai talk show mentre parla del "maggior esponente dello schieramento a noi avverso".
sabato 22 marzo 2014 22 vostri commenti

Partenza autorizzata

Ce ne faremo una ragione, anzi stia pure tranquillo Moretti scelga con tranquillità il paese e poi se ne vada. Prima però dovrebbe fare una passo alla procura di Lucca per chiedere della sua situazione giudiziaria visto che è indagato per la strage di Viareggio del 2009.
Dopo faccia un passo in una casa di un ferroviere per confrontare la sua busta paga, 877.666 euro all'anno, con quella del dipendente che per guadagnare quello che il suo capo prende in un'ora deve lavorare cinque giorni.
Assieme ai bagagli si porti dietro anche gli altri Rockfeller, capaci solamente di guadagnare visto che le aziende che dirigono prestano servizi imbarazzanti, come  Massimo Sarmi di poste italiane (2milioni e 200 mila), Paolo Scaroni di Enel (6,4 milioni) di ENI, Fulvio Conti di ENEL (4 milioni) e molti atri.
Però mi raccomando di non prendere un treno per lasciare il paese... rischierebbero di non partire.

giovedì 20 marzo 2014 13 vostri commenti

Si muore di Risiko

La storia del mondo ci insegna che dei popoli ci si ricorda solamente in periodo di elezioni, quando il potere è alla ricerca del consenso e in alcuni casi neanche in quello.
Stati Uniti e Russia, ma non solo loro, in questo sono maestri. Oggi stiamo assistendo ad un partita di risiko giocata unilateralmente da un dittatore di nome Putin che in silenzio, nemmeno tanto, si è preso un pezzo di uno Stato, occupato militarmente e annesso poi con un referendum in stile vecchia unione sovietica.
Gli Stati Uniti dal loro canto gridano allo scandalo promettendo azioni. Tornano alle mente però i momenti che abbiamo vissuto anni fa quando abbiamo assistito alla politica in stile gendarme del mondo da parte dello zio Sam. 
Bombardamenti e azioni militari su nazioni, senza il consenso Onu e dell'Unione Europea, ogni volta con giustificazioni generiche. Come dimenticare le famose armi chimiche di Saddam mai trovate, la guerra in afghanistan dopo l'11 settembre alla ricerca di un Bin Laden che era altrove, l'attacco alla Libia dell'amico/nemico Gheddafi.
Tutto questo per dire che queste potenze giocano a risiko da sempre, interpretando di volta in volta il ruolo di quello che si indigna. Una volta è la Russia ad indignarsi poi è il turno degli Usa, poi della Francia e via di seguito. La realtà dei fatti è quella di governi che se ne fregano dei popoli che alla fine sono quelli che pagano le scelte guerrafondaie perdendo parenti, amici, figli e genitori... lasciando case e paesi.. passando da cittadini a profughi... in un gioco delle parti che si regge solo ed esclusivamente sull'interesse economico.
Dimenticando che nelle terre conquistate annesse e bombardate ci vivono i popoli mentre i potenti sono nei palazzi.
martedì 18 marzo 2014 22 vostri commenti

Elasticità di classe

In un periodo dove vanno di moda le parole straniere, ci si può svegliare sentendo parlare di Spending review e Jobs Act come se piovesse col rischio di prendere tutte e due per i nuovi farmaci del momento contro il mal di testa.
I lavoratori vengono esortati ad essere elastici, a perdere quella rigidità rispetto ai ruoli che ricoprono e agli orari di lavoro. I governi che si succedono mettono al primo punto la questione lavoro consigliando a tutti di non pensare più a posto fisso, che è giusto mettersi in gioco, che la monotonia del posto porta poi alla noia, che bisogna viaggiare studiare e confrontarsi.
La realtà è che la noia si trova nelle  buste paga, nel fatto che dopo anni di lavoro ci sono persone a cui viene chiesto di formarsi perché non hanno i titoli, nei politici che continuano a piazzare YesMan (giusto per fare l'americano) in posti chiave, nei numeri che hanno sostituito gli uomini, nelle strategie che non esistono di una classe dirigente che è brava solamente ad occupare il proprio posto e far spazio, eventualmente, agli amici degli amici. 
Un concetto di elasticità che vale solamente per chi sta in basso... e ci deve rimanere.
venerdì 14 marzo 2014 29 vostri commenti

Segni moderni


Molte volte, anche da questo blog, sono state scritte parole di critica alla tecnologia che galoppa e ci sorpassa in continuazione, costringendoci (mica vero poi!) ad imparare nuove tecniche e a confrontarci con cellulari da Odissea nello spazio con comandi che neanche lo Shuttle... trovandosi sempre in posti dove qualcuno ha in mano il telefonino, chatta, whatsappa  o commenta qualsiasi cosa.
Però trovarsi in un bar di fronte ad una ragazza sordo muta che comunica grazie ad una video chiamata con un ragazzo utilizzando il linguaggio dei segni, fa capire che spesso, anzi troppe volte, è l'uomo che esagera ed esaspera l'utilizzo dello strumento, che invece può avere un utilità sociale.


martedì 11 marzo 2014 24 vostri commenti

Prima di cliccare pensa

Sommersi dalla tecnologia, dalle novità e dalle possibilità che la rete ci offre. Questo potrebbe essere il riassunto di questi ultimi anni. 
Aggiungiamo anche un altro dato, lo sconto.
Vi ricordate quello che con molta paura chiedevamo anni fa al commerciante? Ormai on line è d'obbligo. Il consumatore navigatore viene attirato di più dalla percentuale che vede brillare sullo schermo piuttosto che dalla tipologia dell'acquisto. Una sorta di bisogno a prescindere.
Un bene per il nostro portafoglio potremmo dire. Un bene per le società che commerciano, per le società come Privalia che prevede conti in aumento. 
Allora perché la stessa società vuole licenziare 50 dei suoi 118 dipendenti italiani? La risposta è chiara purtroppo. Trattasi di risparmio suo lavoratori, aumento di ore per gli altri e aumento dei dividendi e premi per dirigenti e azionisti.
Siamo certi che questi siano i nuovi "benefattori 2.0"?
Si potrebbe iniziare a mettere in relazione i guadagni di queste società con il numero di dipendenti impiegati, per non parlare delle tasse pagate.
Prima di cliccare pensa.
venerdì 7 marzo 2014 35 vostri commenti

Che con lentezza si vive

"C'è un legame stretto tra lentezza e memoria, tra velocità e oblio."
Milan Kundera, La lentezza, 1995

Decisamente troppo veloci al punto di non vedere chi abbiamo davanti, di scambiare i passanti per suppellettili e i rumori come suoni in continua  filo diffusione.
Il rosso del semaforo che innervosisce.
La macchina davanti che attende qualche secondo prima di partire al verde ricevendo insulti e colpi di clacson.
Incarichi al lavoro da finire per ieri.
Sbuffi ed espressioni di insofferenza in coda al forno.
Dita che battono nervosamente sul touchscreen perché il nuovo smarthphone è trooooppo lento.
Scale scese a 200 all'ora a tal punto che il mento balla da solo.
Corse dietro gli autobus.
Parole che non hanno più nemmeno una vocale.
Film che non piacciono perché troppo lenti.
Cartellini timbrati lanciandosi nel'atrio del posto di lavoro.
300 mail in attesa.
Troppo veloci noi, quando lenta è la bellezza.
Ma quando esattamente abbiamo dimenticato la lentezza?
giovedì 6 marzo 2014 17 vostri commenti

Caro Farmaco

Buongiorno dottore...
Dica...
Guardi ho questo problema...
Si, ecco il farmaco per lei...
Ma non c'è un prodotto meno caro?
No, mi dispiace, sul mercato c'è questo.

Sul Mercato... 
Quando parliamo di mercato, e lo dice uno che vorrebbe statalizzare tutto (con uno stato non corrotto, utopia), parliamo di concorrenza, di domanda e offerta.
Bisogna riscrivere i libri di economia e i programmi scolastici. Mercato significa anche accordarsi per mettere in vendita il prodotto più caro, giocando sulla pelle dei pazienti, mettendogli le mani nel portafoglio e pesando sul sistema sanitario nazionale.
Questo è quello che hanno fatto Roche e Novartis, due case farmaceutiche (che solo a pronunciare questa parola ho delle fitte), spingendo un farmaco caro (Lucentis costo 900 euro, prodotto da Novartis) per la cura della più diffusa patologia della vista tra gli anziani e di altre gravi malattie oculistiche, non sponsorizzando quello meno caro (Avastin costo 81 euro, prodotto da Roche). 
Per questo motivo l'Antitrust ha deciso per le due società una multa da 180 milioni di euro.
Uno potrebbe chiedersi perché? Quale vantaggio per Roche? La risposta sta alla voce società controllata da Roche  (la Genentech) che ha sviluppato i due farmaci. Inoltre Novartis ha una quota di partecipazione superiore al 30% in Roche.
Della serie loro ci guadagnano sempre.
Il servizio sanitario nazionale è trattato come bancomat (45 milioni di euro nel 2012, con possibili costi futuri fino a 600 milioni di euro)
E a noi mentre ci parlano di libera concorrenza e regole ci portano via anche le scarpe mentre siamo in piedi.
mercoledì 5 marzo 2014 19 vostri commenti

Altri segni

Pensavo oggi, guardando mio padre, i suoi baffi e i suoi segni sul viso, il suo modo di commentare i fatti quotidiani, la stanchezza di un fisico che ha sempre lavorato e che porta con se gli anni passati in una fabbrica... che lui e la sua generazione  le lotte le hanno vissute, a volte perse, ma vissute. Come quella volta nel 1994, io lui e i suoi compagni in tuta blu a Roma.
Oggi invece il più delle volte non le perdiamo le lotte perché non le iniziamo nemmeno, preferiamo tatuarcele addosso.

lunedì 3 marzo 2014 10 vostri commenti

Presi e scartati

Un ufficio, una scrivania e un uomo seduto. Una donna entra, l'uomo le fa cenno di sedersi e le chiede il nome. Beatrice Lorenzin. Bene. Titoli? Diploma classico. E? Basta. Ok... direi che c'è un posto libero come ministro della Sanità, le va bene? Uhmm intanto si inizia, si fa un po di esperienza.
Altro ufficio. Altro paese. Un ragazzo si presenta negli uffici di Facebook per un colloquio. Nome? Brian Acton. Titoli? Programmatore. E? Tante idee... Arrivederci.
Anni dopo Brian, lo scartato, vende Whatsaoo a Facebook per 19 miliardi di dollari.
Al telefono. Che facciamo, dove lo mettiamo Tonino? Ma che ne so, da qualche parte, chettefrega delle competenze. Ma non è che poi per quella questione del giornale... Ma chessaràmmai! In Italia... Mettilo nella lista, metti mettilo alle Infrastrutture e trasporti. Son voti...

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