Ci sono incontri particolari nella vita. Persone che conosci da anni, ma non così bene. Un saluto e niente più. Poi capita come è successo a me negli ultimi mesi di fermarmi a parlare con questa persona. Un ragazzo che abitava nella mia stessa via da trentanni, come me.
Scoprire che era uno scrittore è stata davvero una sorpresa. Un tipo taciturno, timido e gentile. Amante del calcio di una volta, tanto da vestirsi in stile tifoso inglese, quell'ambiente che tanto amava.
Ieri quando ho visto la polizia per le scale ho pensato ad uno dei tanti controlli di routine. Poi la mortuaria e il sospetto di un fatto più grave. Mai avrei pensato a lui, un ragazzo della mia leva, 46 anni, morto per cause naturali. Subito dopo anche la madre che accudiva da tempo, con amore e attenzione.
Una tragedia nella tragedia.
Oggi leggendo sui social della notizia non ho potuto fare a meno di leggere i soliti commenti dei giudici da tastiera con accuse ai vicini. Nemmeno la morte ferma la stupidità delle persone in cerca di un colpevole. Christian aveva scelto di vivere così, occuparsi di sua mamma inferma in un letto, dopo la morte del padre. Non era una famiglia allo sbando, ma un figlio che si è preso cura della madre per anni.
Il destino è stato crudele, terribile direi, portandolo via così giovane, inaspettatamente e così anche la povera madre.
Ieri sera guardavo le stelle e il cielo di casa mia, poi la strada dove spesso lui si fermava con i sacchetti della spesa e dove l'ultima volta abbiamo scambiato due chiacchiere sui vecchi terzini e i personaggi del calcio di una volta. Mi sono domandato se ci fosse stata qualcosa che avrei potuto fare. Non credo, ma il dispiacere è tanto, per queste due vite e per avere conosciuto tardi una persona così.