mercoledì 13 febbraio 2013 31 vostri commenti

Forse sarebbe stato meglio guardare Sanremo...

Se non fosse stato per ciò che ho visto stasera oggi avrei pubblicato un altro post. Ma si sa la storia dei nostri blog è anche questa. Ti alzi la mattina, affiora un'idea, a volte basta una semplice frase sull'autobus, ad un semaforo, in un corridoio o magari davanti alla macchinetta del caffè per farci scrivere 20 righe di incazzatura, satira o autobiografia da condividere.
Invece succede anche che cambia tutto all'improvviso, si passa ad un'altra idea, si abbandona il pensiero del mattino sostituito da quello del pomeriggio che lascia il posto a quello della sera. Ovvero ciò che è successo a me.
Già perché il teatro di solito, non sempre, fa pensare ed è proprio da li che vengo. Niente Shakespeare nè Goldoni né tanto meno Pirandello no... trattasi di teatro politico, o meglio di una nostra storia, della nostra storia. 
Un viaggio in quella che è stata la vita di Enrico partendo dai 100 giorni di galera, il trasferimento a Roma, i primi incarichi importanti e la Figc. Episodi della sua vita intrecciati con i nostri, anche se non c'ero ancora, e la storia del Paese. Il boom economico, gli anni 60, le rivolte, il 68... la sua elezione e i soprannomi affibbiati come sardo muto.
Il suo ripensarsi dopo le verità uscite su Stalin e l'Unione Sovietica, la sua idea di socialismo e democrazia, l'eurocomunismo, la morale.
Il suo coraggio. 
Già, il coraggio delle idee, quello che lo ha portato in Bulgaria per criticare l'intervento in Cecoslovacchia e quello che gli ha dato la forza di presentarsi davanti alla nomenklatura russa per dichiarare lo strappo definitivo dei comunisti italiani rispetto alla casa madre.
Poi il compromesso storico, le smorfie di Andreotti, la morte di Moro e poi 6 anni dopo la sua dopo il discorso di Padova. Lacrime tante lacrime.
E quella frase dello spettacolo..."Berlinguer ha vinto, supera la Dc, ma è morto..." e dopo a noi cosa resta, e via con una carrellata del dopo... Craxi, Forlani, Andreotti, De Mita, De Michelis, Cicchitto, Buttiglione, D'Alema, Veltroni, Berlusconi, Bertinotti, Bossi, Di Pietro, Bersani, Monti e tutto il resto che sapete...
La mente viaggia e inizia ad ascoltare una voce... perchè devo dare il voto a chi non ha avuto il coraggio  di dirsi comunista, di parlare di sinistra, mentre 30 anni fa c'era chi pur di esporre la propria idea con dignità e fermezza si presentava davanti a centinaia di dirigenti russi incazzati con un sardo che non era poi così muto... perchè vergognarsi di ciò che si è... perché rinunciare a ciò che ci fa camminare... perchè abbiamo dovuto convivere con mezze tacche che negli anni non hanno fatto altro che provare a cambiare simbolo e nome vergognandosi di un qualcosa che invece avrebbe potuto salvare il paese, affossando un eredità di idee che erano avanti rispetto al periodo stesso... perché vedete se per caso uno si svegliasse in questo momento dopo anni di letargo e aprisse la tv vedendo Grillo e Berlusconi potrebbe pensare ad una replica di "Te la do io l'America" o una registrazione dei telegatti.. invece no, niente televisione ma quello che offre il panorama politico del paese, compreso Monti insulta Bersani che a sua volta lo insulta per poi fare pace dopo e dirsi che in fondo qualcosa insieme tutto sommato, anche con Vendola si potrebbe fare.
Mi auguro con tutto il cuore di cambiare idea prima della data delle elezioni, ma questa sera appena fuori dal teatro dalla mia bocca è uscita una frase in maniera automatica, come una reazione a tutto quello che per un ora e mezza ho ascoltato....questa volta non voto.

mercoledì 6 febbraio 2013 21 vostri commenti

Campagna letale

"Anche lui è d'accordo su quell'altro..."
"Con lui mai..."
"Potremmo stare insieme per le riforme..."
"Siamo incompatibili..."
"Siamo compatibili..."
"Volendo però dopo..."
"Solo per battere quello si intende.."
"Lui ha il mio numero ma non mi chiama..."
"Che poi non siam così diversi..."
"Con l'altro ha lo you and me!"
"Siamo due poli opposti..."
"Altro che attrazione..."
"Pugno!"
"Si ma non chiuso sia chiaro"
"Scelga con chi..."
"Noi soli, mai con loro..."
"Anzi no!"
"Siete poco a sinistra!"
"Astenetevi!"
"Siete troppo a sinistra!"
"Comunisti!"
"Specchio riflesso!"
"Siete troppo"
"Magari..."
"Siete troppo poco"
"Dove siete?"
"Su Twitter!"
"Mi trattate come trattarono lui..."
"Nessun endorsment... please"
"Volevate comprarci..."
"Quanti siete? Cosa portate?..."
"Non siamo in vendita.."
"Forse... su ebay"
"Però le primarie..."
"Che?"
"Siete vecchi..."
"Noi siam quelli veri... voi quelli del '21"
"Noi siamo del '21, voi la balena bianca"
"Io Achab allora!"

...azz ma quella non è la nostra barca che affonda?!?





lunedì 28 gennaio 2013 29 vostri commenti

Italiani con la Memoria corta

Sembra un sogno, incubo, ricorrente quello che abbiamo vissuto ieri, giornata della Memoria. Una sorta di remake, con meno capelli e più plastica quello offerto ieri da B. con la sua uscita su Mussolini,  che aveva già offerto agli italiani, e non solo lui, anni fa.
Scandalo. Rabbia. Furore, indignazione e vergogna.
Tutto questo e anche di più come potere immaginare, appena letta quella frase, e aggiungo stanchezza di dover parlare ancora di questo essere che blocca un paese da troppi anni.
La cosa che ci dovrebbe far riflettere sia anche  un'altra, quella che non ci vogliamo dire ovvero che molti italiani purtroppo la pensano così. 
Alzi la mano chi non ha mai sentito dire... e però in quel periodo si potevano tenere le porte aperte che nessuno ti rubava in casa... e però ha messo le pensioni... e però ha bonificato l'agro pontino... e però andava nei campi a lavorare con gli agricoltori... e però i treni arrivavano in orario.... e però... potrei andare avanti per ore.
Quante volte abbiamo assistito ad uscite del genere fatte anche da italiani qualunque, senza pensare che  magari in quel periodo mentre qualcuno prendeva il treno in orario in un angolo vicino una squadra di picchiatori fascisti trucidava un uomo reo solo di voler esprimere la propria opinione.
E' un po' come se un idraulico venisse in casa mi sistemasse la lavatrice però appena finito il lavoro iniziasse a  inseguire me e tutta la mia famiglia e i vicini dicessero "beh però ha fatto delle buone cose".
Ci sarebbe anche molto da dire sul luogo comune delle "buone cose" fatte dal fascismo ma evito... aggiungo solamente che questo ometto plastificato ha cambiato il paese, in maniera davvero inquietante, e chissà davvero quanto ci vorrà per tornare ad una normalità. Inoltre, bisogna aggiungere che gli italiani storicamente hanno sempre un po' assomigliato a B. era come se lo aspettassero, uno così lo avevano già sostenuto in un ventennio di fascismo e vergognosa violenza, molti hanno aspettato la fine della guerra per dichiararsi antifascisti quando 5 minuti prima erano in piazza Venezia, poi hanno dato un mandato di 40 anni ad una Democrazia Cristiana che ha anestetizzato il paese, per poi riattendere a braccia aperte un altro uomo della provvidenza, uno di quelli che si fa fotografare mentre taglia il grano (inteso come soldi questa volta), uno da grandi  opere, un prestigiatore che nella mano sinistra ti fa vedere il pane moltiplicato mentre con la destra strozza la democrazia. 
Insomma uno che ha fatto "cose giuste".
giovedì 24 gennaio 2013 15 vostri commenti

Qualcuno lo era...

A volte parliamo di momento, di periodo, di strani giorni, mesi ma poi a pensarci bene sono anni. Per tante volte probabilmente ci siamo guardati in faccia con amici seduti ad un tavolo di un ristorante con davanti una grappa a sancire la fine di una cena, o magari a casa dove il pasto si può ancora accompagnare con qualche sigaretta. E quella domanda che tante volte ci siamo fatti.
Ma è davvero così assurdo pensare che servano idee di sinistra?
Qualcuno era comunista perché credeva di poter essere vivo e felice solo se lo erano anche gli altri diceva Gaber e io lo credo davvero. Se davvero essere di sinistra vuol dire anche questo, è davvero così brutto esporsi, dire cose di sinistra, proporle, lottare per loro, incazzarsi, gridare, spiegare, scriverlo ovunque e anche perdere è chiaro piuttosto che strizzare l'occhio sempre a quello che naviga in acque centriste sicuramente più calme.
In questi ultimi anni sembra che confessare le proprie idee di sinistra sia diventato un problema, sia una macchia da cancellare, ideali assurdi, indifendibili. Abbiamo visto persone che probabilmente hanno fato ricorso a Photoshop per rimuovere vecchi pugni chiusi alzati al cielo.
Ora assistiamo ogni giorno a dichiarazioni che per cinque minuti sembrano assomigliare a qualcosa di sinistra ma che dopo poco rimbalzano e passano dalla parte opposto. Dobbiamo sentire dire da Bersani che no non ci sarà una patrimoniale i ricchi possono stare tranquilli, anzi forse ci sarà, no credo di no. Dobbiamo sentire Vendola dire che tutto sommato con Monti, quello che ha messo una come la Fornero al Lavoro, quello che ha definito i giovani poco attivi e tutto quello che sappiamo, proprio con lui si può parlare aggiungendo il giorno dopo però solo sulle riforme. Dobbiamo vedere Rivoluzione Civile che è riuscite a mettere al suo interno la "ballerina" della politica IdV che è lontano parecchio da essere vicino a qualcosa di sinistra.
Di quello che sta dall'altra parte, M5S compreso, è inutile che dica qualcosa, già sapete.
Forse va di moda così, una moda che dura da anni. E' un po' come dire "la soluzione ci sarebbe, si starebbe tutti meglio ma non possiamo dirla e metterla in atto", non si può è troppo di sinistra. 
Quindi metto da parte questi, non tutti sia chiaro, professionisti della politica per ricordare un uomo, un operaio, un sindacalista che 34 anni fa morì nella mia città assassinato dalle Br perché doveva tacere. 
Guido Rossa.
Un uomo che difese le proprie convinzioni pagando di persona, lasciato solo. Perchè le proprie idee non dovrebbero mai essere nascoste, ma difese.

martedì 15 gennaio 2013 26 vostri commenti

Manifesto prossimo

Alla fine tutto sommato non ci vuole poi tanto. Stesi su un divano guardando il soffitto, oppure in moto fissando costantemente il paraurti della macchina davanti, a passeggio come uno zombie per le vie della propria città, ascoltando una canzone guardando le gocce della pioggia cadere lentamente giù sul vetro con minime interruzioni di percorso come a volerci dimostrare che esistono e che dobbiamo guardarle.
No davvero non ci vuole poi tanto per accorgerci di quanto andiamo veloce durante il giorno, quanta frenesia mettiamo nella maggior parte delle cose che facciamo, quanta poca importanza diamo a quelle più piccole che magari per un attimo ci passano davanti e snobbiamo o addirittura scansiamo.
Un amico che passa e che per la fretta liquidiamo con un "che piacere" che non riusciamo nemmeno a terminare.
Una foto che ci ricorda come eravamo 10 chili fa.
Le parole di una canzone che per troppo tempo abbiamo dato per scontate, ma che alla fine diventano la colonna sonora della nostra vita che blocchiamo andando su un'altra frequenza.
Visi sui quali ci soffermiamo troppo poco tempo quasi a non ricordarsi la loro forma neanche qualche minuto dopo.
Rincorse che continuiamo a prendere per fare il salto sempre più lungo, per raggiungere magari quello che ci sta davanti che come noi ansima e si lamenta ma a sua volta non molla perché davanti a lui c'è uno da raggiungere e un salto da superare.
Persone, cose, volti, suoni, colori, voci che passano alla nostra destra e alla nostra sinistra riportandoci alla mente quei momenti in qui da piccoli appoggiavamo la testa al finestrino del treno e con lo sguardo fisso osservavamo sfrecciare via tutto senza forma, con colore unico e un suono continuo, monotono.
Non ci vuole poi tanto a rallentare, gustare e ascoltare, scendere per un po' spostare leggermente la nuca indietro e accorgersi di ciò che per anni è stato sopra di noi, che mai e poi mai avevamo visto.
Tutto qui.
Intanto, da qualche parte c'è chi vive, chi possiede tempo e a noi lascia l'orologio.
venerdì 21 dicembre 2012 27 vostri commenti

L'eterna panchina

Quindi siete pronti per i prossimi 150 anni?
Pronti ad essere testimoni del prossimo miglior statista scampato ai Maya?
Già perché alla fine dalle nostre parti finisce sempre così. Uno arriva col mantello rosso, superpoteri da supereroe e tanta folla festante. Poi qualche critica velata con un pizzico di sostegno e poi le solite frasi tipo "preferivate quelli di prima!". 
In pochi istanti però le promesse di lasciare il palazzo occupato spariscono lasciando il posto alla voglia di potere, alla voglia di incarico, alla voglia di democrazia cristiana che questo paese ha da quando è nato. 
Ora sarebbe troppo facile dire... LO AVEVAMO DETTO... ma chissenefrega lo diciamo lo stesso.... LO AVEVAMO DETTO. Quindi ora che dire  a tutti quelli, anche di sinistra, che mesi fa avevano esultato all'entrata del professore, che dire a quelli che ancora in questi giorni lo hanno difeso nonostante la presenza di un governo che non ha preso un provvedimento che sia uno in favore del lavoro e in questi giorni ha tagliato 400milioni di euro dall'Università mentre finanzia l'acquisto di aerei da combattimento. 
Che dire? 
Ora ci troviamo alle porte di una campagna elettorale che vedrà B. come al solito occupare le televisioni, raccontando nuovamente la favola di brutti sporchi e cattivi comunisti, con Monti che finalmente darà l'opportunità agli italiani di rivedere la loro Balena Bianca rispuntare dalle acque andando a braccetto con l'uomo che vuole abolire lo Statuto dei lavoratori, tenendo però il maglioncino sulle spalle, e un centro sinistra che sta rimanendo col cerino in mano... molto corto... e ha paura di dire che c'è bisogno di una vera sinistra e che il centro se lo possono anche tenere.
Pessimismo cosmico? Mah... lo definirei quasi più realismo, si perché agli italiani alla fine piace essere comandati da uno "forte" che ogni tanto, spesso, li fotte anche, ma forte, agli italiani piace la tranquillità del centro che garantisce ai molti che ancora adesso godono delle loro ricchezze la stabilità... la loro ribadisco. 
E noi? Sembriamo destinati ad un'eterna panchina di una partita interminabile che non ha nemmeno l'intervallo, sempre pronti alla chiamata di un mister che a volte si gira, ti fa riscaldare per 20 minuti e poi ti dice di risederti rigorosamente a sinistra.
giovedì 13 dicembre 2012 24 vostri commenti

Morti che camminano

Lentamente stiamo morendo, o forse siamo già morti ma non ce ne accorgiamo neppure. Continuiamo a camminare come zombi per le strade delle nostre città guardando vetrine, evitando uno due tre clochard inginocchiati in mezzo alla via col cartello appeso al collo, imprechiamo un po' per il rumore, qualcuno sospeso tra una sigaretta e l'altra, qualche altro con la mente che vaga... Imu... Ici...
Nel frattempo la gente muore davvero.
Nelle corsie degli ospedali perché mancano medicinali, dimenticati dalle istituzioni, vittime di scelte sbagliate o cure che nessuno riesce a dare perché i fondi, quelli in denaro, dall'alto non arrivano più. Perché qualcuno in questo paese ha deciso che i numeri sono più importanti della salute delle persone, qualcuno ha deciso che sulla bilancia deve pesare di più quella che i professoroni chiamano stabilità piuttosto che l'assistenza ad un anziano o ad un disabile, qualcuno ha deciso che sui lavoratori di quel settore non si deve investire un euro, anzi si deve risparmiare.
Nessuno pensa però alla stabilità della vita di coloro  che non possono nemmeno più essere certi, da anni, di ricevere cure almeno normali. Nessuno pensa alla stabilità psicofisica di tutte quelle famiglie che dal prossimo anno si vedranno respinte richieste di assistenza o riabilitazione per ragazze e ragazzi disabili.
Andrebbero date risposte politiche chiare, prendendo posizioni nette nei confronti di provvedimenti che calpestano ogni giorno la dignità delle persone.
Andrebbero date risposte di piazza  non da pare delle singole categorie, ma generali, invece durante gli scioperi si assiste sempre di più allo scivolare dei cittadini lungo i cordoni del corteo, quasi come se ormai la protesta fosse diventata optional aggiuntivo di un qualunque giorno feriale.
Andrebbero date risposte maggiori da parte di alcuni lavoratori che mandano sempre avanti gli altri, che non si "mischiano in queste cose", che davanti ad una macchinetta del caffè si trasformano in Robespierre ritornando poi a vestire gli abiti di un Fantozzi qualunque appena svoltato l'angolo.
Andrebbero date, ma non le diamo. Anzi.
mercoledì 5 dicembre 2012 16 vostri commenti

Perché i Maya ci hanno visto in faccia

Perché faremo fatica a salvarci. E' così.
E' una di quelle sfide davvero difficili, tipo quelle che da piccoli vedevamo nei film targati USA dove il buono viene massacrato per 30 minuti di seguito e poi come per magia si rialza e batte tutti.
In questo caso però il finale francamente sembrerebbe meno scontato, o almeno potrebbe assomigliare di più ad uno di quei film che terminano malissimo e lo spettatore si guarda in faccia incredulo perché abituato ai lieto fine.
Gli interpreti siamo noi, tutti. Il copione è la vita di oggi. 
Le scene sono tante, diverse. Dalle semplici camminate nelle strade principali delle nostre città tra un uomo e una donna che chiedono l'elemosina e la massa di clienti natalizi in cerca di regali. Primi piani di persone che sfilano in piazza dietro a bandiere e striscioni, contendendosi ormai solo lo spazio per la protesta, prenotandosi in un registro virtuale degli scioperi. 
Milioni di disoccupati che non si decidono a manifestare in maniera permanente, e noi ad aspettarli come fossero Godot. Milioni di occupati che si vedono cambiare contratti, assistono alla distruzione del diritto e non capiscono che l'unione fa veramente la forza. Tanti troppi che sono passati ai piani alti, credendosi forti solo perché hanno trasformato i volti dei colleghi in numeri da tagliare e dimenticare.  Quelli che stanno ai posti di comando con paraocchi e paraorecchie, dritti e decisi, pronti solo a preoccuparsi che sul loro curriculum ci sia apertamente scritto "Jena Interinale" per il prossimo incarico. 
Quelli che "si fottano loro e le loro manifestazioni, io ho fatto 1 ora di coda", quelli che "se facessimo tutti così!", quelli che fanno la rivoluzione col sedere degli altri, quelli che firmano in bianco tutto e poi però se la prendono con chi ha letto ed era contro.
Si faremo fatica a salvarci, ma che il nostro sudore dimostrerà il livello della nostra lotta.
lunedì 26 novembre 2012 27 vostri commenti

Che più a sinistra c'era solo il tavolo...

E così il giorno dopo di un po' di tempo fa...

"Brogli a non finire!"

E ancora oggi...

"Noi abbiamo altri dati!"

Il concetto è lo stesso, la fonte però è diversa. La prima di un tale che per anni ha governato un paese a forma di stivale trasformandolo a sua immagine e somiglianza, l'altra di un tale che è stato anche accolto in casa del primo e che è stato plasmato ad immagine e somiglianza dal primo. 
Confesso che ieri alla vista della scheda elettorale con il nome di Tabacci ho avuto un problema grosso di identità.  Poi dopo qualche minuto di assenza mi sono ripreso grazie al bicchiere di vino gentilmente offerto dai volontari. 
Matita nella mano destra.
Foglio in quella sinistra.
Banchetto traballante, sembra una maledizione mi succede anche nei bar con i tavolini, mah! Occhiata all'Appello degli elettori firmato, sperando che non mi arrivi un'enciclopedia,  e all'elenco...
Pierluigi Bersani e in un attimo mi vengono in mente le bambole non pettinate, gli scogli non asciugati, le mezze maniche tirate su.... ahhhh.
Bruno Tabacci... che altro aggiungere.
Laura Puppato... confesso non ho avuto tempo di approfondire.
Nichi Vendola... che mi ha tirato su dallo sconforto, votato. 
E poi lui Renzi. Con quell'immagine che mi ricorda le fotografie che i vecchi parrucchieri mettevano fuori dal negozio. Da piccolo le guardavo e mi mettevano un ansia incredibile, forse per questo poi per anni ho portato la coda, teste messe di trequarti con 20 litri di lacca sopra e uno sguardo che sembra seguirti sempre. E quel suo stare con Marchionne senza se e senza ma. 
Ora come al solito sono nella minoranza di quelli che hanno perso, non avevo dubbi, mi rileggo Gramsci, penso ai pugni chiusi e non a quelli per dire "non vale" e sogno...  che per quelli i due euro non me li chiedono neanche. 
Per ora.
mercoledì 21 novembre 2012 17 vostri commenti

Perché si può dire di no

Ciò che sta succedendo in questi giorni a Gaza è davvero inquietante per il futuro dell'umanità. Ancora una volta l'uomo riesce a dar prova di ciò che è in grado di fare quando la ragione viene sopraffatta dalla bestia che è in agguato soprattutto negli uomini di potere e in coloro che sono sempre pronti a dire di si.
Credo sia giusto ricordare che dietro ad ogni scelta dei governi che troppe volte sembrano distanti dai cittadini ci sono poi persone che eseguono e che hanno sempre la possibilità di dire no.
Un no a premere un pulsante.
No a lanciare un razzo.
No a mettere un bomba.
No a sparare verso un proprio simile.
Un no possibile ma che troppo spesso viene allontanato per lasciare spazio a motivazioni religiose, territoriali o economiche.
La paura aumenta se poi assieme a tutto ciò aumenta la censura e l'auto censura. Il silenzio di alcuni media che hanno paura di parlare di violenza di stato e che fanno informazione al caldo dei loro salotti bene, mentre nello stesso momento ci sono giornalisti o uomini liberi che cercano di allertare il mondo su quello che viene nascosto, sul volto di un bambino ucciso, su un crimine di cui tutta l'umanità dovrebbe vergognarsi anche solo per non essere riuscita a impedirla.
Per questo motivo credo sia giusto ripubblicare il post di Odifreddi che puntualmente Repubblica ha deciso di censurare ed eliminare dal blog...

Dieci volte peggio dei nazisti

Uno dei crimini più efferati dell’occupazione nazista in Italia fu la strage delle Fosse Ardeatine. Il 24 maggio 1944 i tedeschi “giustiziarono”, secondo il loro rudimentale concetto di giustizia, 335 italiani in rappresaglia per l’attentato di via Rasella compiuto dalla resistenza partigiana il 23 maggio, nel quale avevano perso la vita 32 militari delle truppe di occupazione. A istituire la versione moderna della “legge del taglione”, che sostituiva la proporzione uno a uno del motto “occhio per occhio, dente per dente” con una proporzione di dieci a uno, fu Hitler in persona.

Il feldmaresciallo Albert Kesselring trasmise l’ordine a Herbert Kappler, l’ufficiale delle SS che si era già messo in luce l’anno prima, nell’ottobre del 1943, con il rastrellamento del ghetto di Roma. E quest’ultimo lo eseguì con un eccesso di zelo, aggiungendo di sua sponte 15 vittime al numero di 320 stabilito dal Fuehrer. Dopo la guerra Kesselring fu condannato a morte per l’eccidio, ma la pena fu commutata in ergastolo e scontata fino al 1952, quando il detenuto fu scarcerato per “motivi di salute” (tra virgolette, perché sopravvisse altri otto anni). Anche Kappler e il suo aiutante Erich Priebke furono condannati all’ergastolo. Il primo riuscì a evadere nel 1977, e morì pochi mesi dopo in Germania. Il secondo, catturato ed estradato solo nel 1995 in Argentina, è tuttora detenuto in semilibertà a Roma, nonostante sia ormai quasi centenario.

In questi giorni si sta compiendo in Israele l’ennesima replica della logica nazista delle Fosse Ardeatine. Con la scusa di contrastare gli “atti terroristici” della resistenza palestinese contro gli occupanti israeliani, il governo Netanyahu sta bombardando la striscia di Gaza e si appresta a invaderla con decine di migliaia di truppe. Il che d’altronde aveva già minacciato e deciso di fare a freddo, per punire l’Autorità Nazionale Palestinese di un crimine terribile: aver chiesto alle Nazioni Unite di esservi ammessa come membro osservatore! Cosa succederà durante l’invasione, è facilmente prevedibile. Durante l’operazione Piombo Fuso di fine 2008 e inizio 2009, infatti, compiuta con le stesse scuse e gli stessi fini, sono stati uccisi almeno 1400 palestinesi, secondo il rapporto delle Nazioni Unite, a fronte dei 15 morti israeliani provocati in otto anni (!) dai razzi di Hamas. Un rapporto di circa 241 cento a uno, dunque: dieci volte superiore a quello della strage delle Fosse Ardeatine. Naturalmente, l’eccidio di quattro anni fa non è che uno dei tanti perpetrati dal governo e dall’esercito di occupazione israeliani nei territori palestinesi.

Ma a far condannare all’ergastolo Kesserling, Kappler e Priebke ne è bastato uno solo, e molto meno efferato: a quando dunque un tribunale internazionale per processare e condannare ancheNetanyahu e i suoi generali?


Piergiorgio Odifreddi
martedì 13 novembre 2012 12 vostri commenti

Domani che sia generale!

E domani si riprende a camminare per le strade di una città che ha passato un week end di allerta, attraversando le vie dove ancora troppe persone fanno finta di niente, si voltano, guardano le bandiere e sentono i fischietti lasciandosi scappare quella a loro tanto cara espressione "sono i soliti comunisti che non hanno voglia di fare niente". 
I soliti già. Questo è vero perché a pensarci bene alla fine sono sempre i soliti che si incazzano, che chiedono, che fanno contrapposizione e scendono in piazza. Finalmente dopo tanto tempo, troppo, la Cgil ha proclamato uno sciopero generale.
Dalle mie parti, ma che altrove,  ormai la piazza sta diventando il luogo dove ci si ritrova più spesso contando quelle facce  che sembrano diventate parenti pronti a  protestare. La settimana scorsa contro un datore di lavoro che vuole fare lavorare di più guadagnando meno e  che vuole fare entrare le discriminazioni in un'azienda pagando 300 euro al mese in meno i neo assunti.
Domani si fermeranno tutti, o meglio dovrebbero farlo. Perché è in gioco il nostro futuro  e la sopravvivenza di uno stato civile che stenta ad esserlo ormai, perché da ciò dipende il nostro grado di democrazia che non si misura dalla riuscita di un talk show misto quiz con tanto di sindaco in stile berlusconiano e segretario da tv in bianco e nero, ma si misura dal livello di partecipazione delle masse che ormai non sanno neanche più di esserlo. 
Le stesse persone che si autocensurano, che hanno paura della loro ombra e che non manifesterebbero mai. Quelle che parlano per sentito dire e che si nascondono dietro le colpe degli altri e della storia, che loro logicamente non hanno nemmeno letto.
Per questo bisogna scioperare, per camminare liberi e far vedere agli altri che ciò che li lega si può sciogliere.
lunedì 5 novembre 2012 17 vostri commenti

Si muore a norma di legge


Un anno e un giorno.
Ma sostanzialmente nulla o poco è cambiato nella mia città, Genova, e nella mia Regione. Alla fine chi abita nelle zone in pericolo di alluvione convive con gli allerta 1 e 2 che vengono diramati dalla Protezione civile.
Scuole chiuse e consigli dati alle persone di rimanere a casa. 
Giusto un anno fa 6 persone persero la vita e ora le inchieste stanno facendo luce su una giunta che poi non è sembrata così esente da colpe. 
Immagini e momenti indimenticabili quelle del 4 novembre 2011. Una città completamente paralizzata e incredula davanti alla forza della natura, decisioni e svolte che in pochi secondi hanno portato alla salvezza o alla morte. Telefonate mai arrivate, squilli a vuoto, preoccupazioni e ansie di famiglie in attesa a casa. 
Ora rimangono le inchieste e gli allerta che mettono in ansia una popolazione e una vallata, quella della Valbisagno, dove scorrono i due torrenti che negli anni hanno preoccupato abitanti e molto meno gli amministratori. In particolare quello che preoccupa di più è il Fereggiano lo stesso corso d'acqua che ha invaso la via omonima un anno fa spazzando via tutto ciò che trovava davanti a sè.
Soluzione?
Sembrerebbe uno scolmatore in grado di arginare la furia delle piene future.
Fattibile?
Neanche per idea. Costa troppo e i soldi non arrivano, chiaramente non si tratta di un'opera che un Comune come quello di Genova si può permettere e da Roma si stanno ancora aspettando i soldi dei danni. Intanto il 70% dei negozi in via Fereggiano ha chiuso, gli appartamenti logicamente si sono svalutati e nessuno in questo momento comprerebbe un metro quadrato in quella zona.
Questione di priorità. In questo momento, ma anche in passato, la vita delle persone non è importante, non conta. Quindi dalle nostre parti si dice si va avanti a tapulli, qualche lavoretto, qualche pulizia del letto del fiume e gli allerta. Poi a chi importa se in quella strada mentre si chiudono le scuole nella zona passano persone, donne che fanno la spesa e ragazzi che vanno in altri istituti non chiusi, cosa importa se durante l'allerta 1 della settimana scorsa nel letto del Fereggiano c'era in bella mostra una ruspa che lavora nel cantiere. Basta decidersi perchè se una zona è pericolosa lo è punto e basta.
Insomma tutto in linea con la politica di questo governo e alcuni amministratori locali che ultimamente hanno deciso che tutto ciò che ha a che fare con la vita non serve e nemmeno un soldo deve essere speso in tale direzione, mentre magari nello stesso momento si concedono  permessi per costruire in zona a rischio.
Ricordando a questi signori che di queste cose si muore, a norma di legge.
mercoledì 24 ottobre 2012 14 vostri commenti

Si salvi chi può... anzi Sallusti.


Pensate ad un reato qualunque, al luogo dove si compie, al contesto, ai soggetti interessati. 
Ora pensate alla persona che lo commette. Badate bene di fare la scelta giusta perché da ciò dipenderà sicuramente la misura della pena una volta scoperti. 
Già perché sostanzialmente da queste parti funziona così.
Siete ricco,  conosciuto, amico di quelle che le leggi le fanno e avete come scorta il parlamento? No problem. In questo caso si trova sempre una maggioranza per modificare la legge. E non importa se voi avete compiuto il reato prima, in questo caso si parla sempre di retroattività.
Immaginate per un attimo. Entrate in un grande magazzino prendete un computer lo portate via, per qualche istante venite minacciati di andare in prigione. Poi una telefonata, due chiacchiere con le persone giuste e il gioco è fatto. Come per magia portare via un computer non è più reato, al massimo una piccola multa, ma non finisce qui perché reato diventa tutt'altro e a farne le spese magari è quello che mentre portavate via il computer vi ha denunciato. 
Questione di punti di vista sostanzialmente. 
Basta decidere che paese vogliamo essere tutto qui. Scegliere che cosa è bene e che cosa è male, rimanendo vaghi possibilmente, indicando pochi paletti in modo tale da cambiarli durante il percorso perché non si sa mai si dovesse incappare in qualche guaio deve esserci sempre la possibilità di abbatterli quei paletti.
Si sa le correnti ci sono e si fanno sentire, e in Italia le porte per pochi eletti rimangono sempre aperte.
martedì 16 ottobre 2012 17 vostri commenti

Chi ci protegge dalla Protezione?


Nulla è più come prima da quel fatidico 4 novembre qui a Genova. Ogni volta che il dal cielo scende la pioggia i volti delle persone che abitano nelle zone a rischio, compreso il sottoscritto,  cambiano espressione. 
Ciò che quasi un anno fa, ormai, è successo verrà ricordato da ciascuno di noi in modo differente. Avvenimenti e situazioni che fermano e imprimono stati d'animo di quel momento, situazioni, salvataggi oppure tragedie come la morte delle 6 persone in via Fereggiano. 
Già quel torrente che da il nome alla strada che ancora fa paura, con un progetto di uno scolmatore che non parte per mancanza di soldi, investimenti che solamente una politica ambientale e di prevenzione, non protezione, di un governo potrebbe fare e non solo a Genova e in Liguria ma in tutta Italia. 
Inoltre in questo momento l'amministrazione comunale non sembra dare risposte chiare alla popolazione che logicamente ogni volta che piove guarda a quella via con occhio sospetto. 
A questo dobbiamo aggiungere l'inciviltà di molte persone che purtroppo non riescono a capire che anche un piccolo gesto può aiutare, così in alcune parti del letto del fiume troviamo ancora spazzatura gettata impunemente. 
Giorni tristi e indimenticabili quelli, istantanee di una via Fereggiano, che ogni giorno percorro in moto per andare tornare a casa,  un strada deserta invasa dal fango con un montagna di macchine accatastate nella parte finale.
E ora siamo qui a commentare l'arresto di chi avrebbe dovuto proteggere, di chi usa il nome protezione. Ciò che spaventa oltre alla forza della natura è questo, la mancanza di fiducia in coloro che dovrebbero aiutare la popolazione, nei confronti di coloro che devono decidere in situazione di pericolo e che anzi non dovrebbero portarci a tali condizioni.
Ma ormai sembra un escalation senza fine, oggi il capo della protezione civile di Genova colpevole, pare, di avere modificato della documentazione sull'alluvione,  domani chi lo sa. 
La ruota gira e i numeri che escono non sono mai i nostri.

lunedì 15 ottobre 2012 18 vostri commenti

Di notte... a volte.

Strane vie prende il pensiero umano, forse si fa condizionare dagli eventi vissuti, piccoli o grandi che siano. Così a volte ci si può ritrovare a passeggiare nella propria casa nel buio della notte, riguardando i libri comprati, riportando alla mente il "quando" di quell'acquisto. 
Guardare fuori dalla finestra quello spazio di strada immutato negli anni, più piccolo solo perchè il tempo ha modificato la nostra forma fisica.
Pensare ai propri genitori, al loro sorriso e alla loro soddisfazione nel vedere i propri figli felici. La bellezza di una madre il cui primo pensiero del mattino va  ai propri figli e l'immagine della fatica di un padre che non riesce a smettere di darsi da fare per gli altri.
Ripensare agli abbracci dei  nipoti accorgendosi quanto sia importante la loro innocenza e la loro purezza di pensiero per questo mondo, domandandosi quando precisamente accade che l'uomo cresce e smette di essere vero.
Ricordare di dire al proprio fratello "ti voglio bene".
Ripercorrere le emozioni vissute e la paura di ricadere in quei sogni che ci inseguono appena il corpo si addormenta riprendendo esattamente dal punto preciso, solo quando sono brutti.
Guardare il viso della propria compagna, così bello da far arrossire anche durante il sonno.
E coricarsi attendendo ciò che dovrà ancora venire.

venerdì 12 ottobre 2012 19 vostri commenti

Io ho iniziato a mandarceli...

PREMESSA
Nel settore dove lavoro, socio sanitario, stanno facendo tagli a destra e a sinistra un po' da tutto le parti. Così anche da noi. Inoltre da anni la nostra situazione contrattuale è imbarazzante e per il futuro sembra che vogliano proporci contratti peggiorativi sia dal punto di vista dello stipendio che da quello dei diritti sindacali. Inoltre, manco a dirlo, premio di produzione (cifra imbarazzante) che non si vede da anni.

PROLOGO
Direte voi sarete in stato di agitazione!?! Ci sarà una partecipazione di massa agli scioperi e assemblee sindacali sempre piene!?! Certo che  no. In corteo ormai ci si trova tra parenti e alle assemblee sindacali si spera sempre che i dirigenti non aprano all'improvviso la porta vedendo quei 4 gatti che stanno seduti e incazzati ad ascoltare ciò che il futuro prospetta

SVOLGIMENTO
Questa mattina come al solito entro al lavoro, timbro, mi dirigo nella stanza degli operatori e come per magia appare uno di quei colleghi che negli ultimi 10 anni non ha MAI dico MAI fatto uno sciopero e non  si è MAI dico MAI visto in assemblea sindacale.

Collega: "Ho saputo che forse (attenzione badate bene forse) ci sono dei problemi per il contratto?"

Ecco avete presente Fantozzi che mette in bocca otto chili di peperoncino oppure capitan caverna che scrolla e poi esplode.

Ernest: "Non vi dico più niente! O parteciapate agli scioperi e venite alle assemblee sindacali oppure vi arrangiate poi quando avrete 400 euro al mese oppure senza lavoro allora forse (attenzione badate bene forse) vi sveglierete."

CONCLUSIONE
La pazienza con il materiale umano italico è davvero finita.
giovedì 11 ottobre 2012 14 vostri commenti

Taglio un anziano e ti prendo un dirigente

Mentre il governo annuncia nuovi tagli alla sanità che significheranno meno posti letto negli ospedali, blocco prolungato delle quote Asl per le case di riposo, diminuzione dei fondi per la riabilitazione delle persone disabili e altro ancora da qualche parte ci sono persone che continuano inesorabilmente a vivere nel loro mondo privato e privilegiato.
Intanto l'altro ieri a Genova i lavoratori della Residenza per anziani San Camillo hanno manifestato davanti ai cancelli del loro posto di lavoro contro la decisione unilaterale dell'amministrazione di non pagare lo straordinario e di non pagare i primi tre giorni di malattia! Avete capito bene unilaterale, Marchionne insegna! 
Nella loro situazione nella mia città come in altre parti della Liguria ci sono anche altri Istituti che minacciano di cambiare completamente il contratto dei lavoratori socio sanitari. Più ore di lavoro a parità di stipendio, possibilità in questa maniera di lasciare a casa qualcuno a scapito logicamente della qualità del lavoro che ci tengo a ricordare ha a che fare con la sofferenza delle persone. 
Vogliamo parlare poi dei tre giorni di malattia da non pagare?!? Questo porterà la maggior parte delle persone ad andare a lavorare anche con la febbre, potete immaginare le conseguenze di un virus portato in una struttura sanitaria. 
Ma a chi fa i contratti questo non interessa.
Alle Asl non importa della qualità del lavoro ormai vogliono solo tagliare e soprattutto farlo sui più deboli.
Già perché come si potrebbe spiegare in altro modo la decisione della Asl 3 di Genova in periodo di spending review e scure che si abbatte sulla sanità di fare un bando per assumere un dirigente!!!!
Vi dico solo che con quello che guadagna un dirigente in un mese si potrebbe fare riabilitazione per un anno ad un ragazzo disabile.
Ditemi voi se c'è rimasto qualcosa di civile attorno a noi...
lunedì 8 ottobre 2012 19 vostri commenti

Santi Errori Tecnici

Sembra incredibile ma il detto scherza con i fanti ma lascia stare i santi  è sempre di moda anzi regola.
Si perché dalle ultime che si leggono ora servirà una legge vera e propria per far pagare l'Imu alle attività non commerciali delle Chiesa, quindi non solo un semplice regolamento ministeriale. 
Parola di Consiglio di Stato.
Viene da chiedersi come sia possibile che un governo di TECNICI così bravi nelle cose TECNICHE così TECNICAMENTE apprezzati dai benpensanti non abbiano tenuto conto di un piccolo particolare TECNICO fatto notare dal Consiglio di Stato.
Di questi tempi francamente viene anche da pensare che ci stiano prendendo come al solito per i fondelli  perché si sa quando c'è di mezzo il vaticano l'affare diventa molto pericoloso e di solito quando si parla anche di santissimi soldi la questione è ancora più spinosa. 
Quindi perché non rinviare ancora! E poi chissenefrega se nel frattempo la gente normale con un mutuo in stile usura paga l'Imu, e ancora chissenefrega se vengono chiesti sacrifici a chi da anni se li sobbarca e ancora chissenefrega se la sanità sta subendo colpi a destra e a sinistra. 
Dalle nostre parte siamo fatti così. Ci piace prendere tutte le precauzioni del caso quando si parla di Chiesa, quindi niente soldi per adesso dalle immense proprietà immobiliari ecclesiastiche con tanto di altarino per non pagare le tasse e un ulteriore figuraccia davanti a tutta l'Europa che dal 2010 ci fa notare che non si dovrebbe fare così, insomma che siamo fuorilegge. 
Ma si sa per noi queste cose sono particolari minuscoli.
Noi siam italiani popolo di navigatori satellitari, santi col conto corrente e... un po' coglioni.. 

giovedì 4 ottobre 2012 15 vostri commenti

Chi la fa più grossa vince un vitalizio!

Quello a cui stiamo assistendo è una sorta di gioco infantile a chi la fa più grossa, una specie di gara a premi dove il vincitore si aggiudica un vitalizio da migliaia di euro, una pensioncina baby d'oro oppure un incarico a vita.
Mancano solo le gradinate per accomodarsi, le palette per votare con solo voti positivi perchè guai a essere critici e poi il format potrebbe essere pronto per un palinsesto televisivo neanche tanto trash.
Potremmo assistere in questa maniera alla carrellata di politici ladri, funzionari travestiti da Arsenio Lupin, portaborse pieni di documenti compromettenti, aspiranti amministratori con tanto di curriculum di Project Party.
Perché questo è quello che stiamo vivendo.
Un reality vero dove i concorrenti non hanno copione, lo creano da soli, puntando sempre verso il peggio. Perchè episodi, che ormai non lo sono più ma rappresentano la routine, come quello di Tributi Italia che si intascava le tasse come li vogliamo catalogare?
E vogliamo parlare del fatto di Lecco dove il presidente dell'Aler  (Azienda lombarda per l’edilizia residenziale), del Pdl,  beccato a parcheggiare la sua "povera" Jaguar in un posto per disabili è stato multato a causa  della "chiamata" dei vigili da parte dell'uomo che aveva realmente diritto a quel posto. Finito qua? Ma figuramoci, nel nuovo reality bisogna spararla ancora più grossa anzi farla. Quindi perchè non tagliare le gomme della macchina della persona disabile?!? Detto, fatto.
Avanti il prossimo che la classifica va mossa.
lunedì 1 ottobre 2012 15 vostri commenti

Che fare? Problemi scottanti della nostra assenza di movimento

Credo, in piena sincerità, che ancora più male della cattiva politica, della corruzione, del malcostume, dei licenziamenti e dei tagli faccia il silenzio.
Non riesco a capire come uno stato come il nostro in perenne crisi da anni, e in pieno disastro economico in questo momento continui a navigare tranquillamente. Anzi dico meglio, non lo stato le persone, la gente, gli italiani, quelli che si lamentano dei politici, quelli che si ascoltano in giro e sparano sentenze su cose che magari non conoscono. 
Risulta davvero difficile riuscire trovare una spiegazione ad esempio sul fatto che non sia stato proclamato un sciopero generale, ma veramente generale, da fare in ogni città e non solo a Roma o a Milano. Uno sciopero generale che richiami tutti in piazza, dal dipendente pubblico al precario, dal disoccupato al commerciante. Tutti insomma. La riposta è che nessuno lo farebbe, a parte i soliti logicamente. Già perché quello che la massa non capisce, e non solo, è che niente soldi niente consumi.
In questo includo anche la continua indecisione del sindacato (e divisione in molti casi). Mi domando cosa altro deve succedere per proclamare uno sciopero generale?
Prendo ad esempio la mia Regione.
In questo momento nel pieno silenzio di tutti, giornali compresi, stanno tagliando spese sanitarie e chiudendo ospedali facendo scelte  che ci portano ad un livello di inciviltà imbarazzante. Tutto in nome della spending review (mi fa schifo solo a pronunciarla sta parola). 
Per quanto riguarda le persone disabili che devono seguire ad esempio un piano riabilitativo che cosa succede? Succede che parte la forbice delle Asl e ZAC! si taglia... e poi chissenefrega che  cosa succederà a quella persona. Per loro è riabilitata, non si scende nel particolare. Si taglia punto, perchè per queste persone trattasi solamente di numeri. 
Parlo per la mia regione, la Liguria, e la mia città ma immagino anzi sono sicuro che in altri contesti stia succedendo la stessa cosa.
Quindi come direbbe Lenin Che fare?
Bella domanda... direi. Purtroppo, la nostra risposta (la sua sarebbe chiaramente differente) è niente. Si niente perché la gente con la doppia GGGGG non si muove, o meglio lo fa solamente se si tratta dei propri interessi personali. In questa maniera si spiegano assemblee sindacali semi deserte e scioperi fatti solo dai soliti 4 gatti.
Lo ripeto il silenzio fa ancora più male di tutto il resto, l'immobilismo di questo popolo fa rabbrividire e lascia carta bianca a chi ci comanda, a dirigenti senza scrupoli che non pensano a tagliare il proprio stipendio prima di togliere servizi indispensabili per alcune persone, a politici che mentre la nave affonda sono sul ponte a stappare bottiglie di champagne di prima classe, a imprenditori che ogni volta che parlano sputano sui diritti dei lavoratori. 
Ma del resto se vedete un massa state tranquilli non si tratta di una manifestazione, ma probabilmente di una coda davanti ad un negozio di alta tecnologia.

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