venerdì 2 dicembre 2016

La morte cammina indisturbata


Aleppo qualche tempo fa era solamente un nome su una cartina o una cantilena sentita citare in Amici  Miei. Ora è un cimitero a cielo aperto come dichiara l'Onu, la parte nascosta della nostra vergogna, l'immagine che dovremmo avere negli occhi prima di lamentarci.
Non si tratta nemmeno più di pacifismo o di essere contro la guerra,  ma aver dimenticato completamente il significato della parola essere umano. 
Ospedali distrutti, medici che si muovono tra le macerie, malati distesi in mezzo alla strada, neonati prematuri a cielo aperto e bambini che mancano all'appello in centinaia se non di più. Quelli rimasti ora hanno perso anche chi come Anas al-Basha, ragazzo di 24 anni, cercava con una parrucca e un naso rosso di portare un po' di normalità.
Ma tutto scorre e come sempre c'è chi rimane, chi lotta, chi alimenta il proprio potere e chi si volta dall'altra parte.

7 commenti:

  1. Bastano il titolo e la struggente ma bellissima foto che hai scelto per evidenziare la tragedia che si consuma ogni giorno.
    Le tue parole sono le mie, le nostre dei tanti che ci indignamo davanti a tutto questo ma... che si perdono inesorabili nel nulla.

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  2. La foto vale mille parole, ed il titolo del post le fa da perfetta didascalia.
    Per me Aleppo era solo un albero, il Pino d'Aleppo, o un sapone naturale; oggi è tragedia.

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  3. E c'è anche chi non vuole che si sappia molto.

    Moz-

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  4. Purtroppo si sta perdendo la nostra umanità. E allora ritorniamo a gridarlo forte: RESTIAMO UMANI!

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  5. non si può commentare tanto dolore

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