mercoledì 9 settembre 2020

Dimenticati come i post

Spesso diamo la colpa ai massimi sistemi. Ce la prendiamo con la politica, le istituzioni, gli amministratori pubblici. Poi finiti quelli che stanno a nostro avviso sullo scalino più alto iniziamo a scendere e il mirino sposta posizione. 

Mi pare, avendo a che fare da tanto tempo con famiglie e ragazzi, che manchi proprio una sorta di autoanalisi. Mi vengono in mente ad esempio le reazioni di miei genitori rispetto alla scuola. Partivano dal presupposto che noi avevamo sempre torto e il professore aveva ragione. Oggi direi che avviene il contrario rispetto a tutte le varie figure educative che i ragazzi incontrano nel loro cammino. 

Cosa è successo? Quale è stata la generazione che ha dato il via a questo nuovo approccio. La mia? Quella nata negli anni 70 ora quarantenni (e qualcosa di più)? O forse quelli venuti dopo.

Vero, non possiamo fare discorsi generici, non tutti sono così ma mi pare che i ruoli si siano mischiati. Vedo padri che spesso sembrano più amiconi e madri che si sostituiscono agli allenatori di calcio. Valori che vengono dimenticati e magari nemmeno più citati, per non dire insegnati.

La violenza che in questi anni stiamo vedendo aumentare, la brutalità di questi giorni non può avere solamente una matrice, non nasce all'improvviso, ma fa parte di una caduta libera di questa società che possiamo vedere anche quotidianamente anche nei piccoli gesti. 

Ciò che più addolora è la poca memoria, giusto il tempo di un post.

11 commenti:

  1. Ne parlavo l'altro giorno su un altro blog: io penso che ci sia una generale mancanza di empatia che provoca tutta una serie di atteggiamenti e comportamenti deleteri. Anche questa può essere una semplificazione, lo so, ma credo costituisca almeno una parte del problema.

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  2. Sarò sempre amica di mio figlio, e continuerò a non dargli mai uno schiaffo, ma questo farà di lui un uomo dolce ed onesto, proprio come il bambino che riempie le mie giornate di tenerezza.
    La violenza genera violenza, ne sono fermamente convinta, e noi genitori dobbiamo dare il buon esempio.
    Lorenzo non sa cosa significhi prendere un ceffone e quando assiste ad arrabbiature di altre madri ai danni dei suoi compagni, mi abbraccia forte e mi dice: "grazie mamma!".
    Io gli rispondo "grazie a te".
    In queste poche parole c'è tutto il senso della mia vita di madre e di donna.

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    1. Anche il disinteresse può generare violenza

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    2. Disinteresse?
      Chi ha parlato di disinteresse?
      Cresco mio figlio quasi completamente da sola, h24, e non esiste un solo istante della sua vita che mi sfugga o che non mi interessi.
      Non diciamo eresie...

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  3. Uno dei numerosi nemici delle competenze cognitive è la tendenza alla semplificazione. Gli slogan, spesso volgari, ingiuriosi e falsi, vincono sull'analisi e sull'argomentazione, perché richiedono poca concentrazione e poco pensiero poiché parlano alla "pancia".

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  4. e' evidente che è più comodo mostrarsi indifferenti che educare, il ruolo di genitori è quwllo di educare, ma se la principale educazione che si riceve è quella del menefreghismo, è ovvio che si contrappone a questa prassi, viene visto come un mero rompicog....

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  5. La spiegazione la sai anche te, che pure sei annichilito dalla propaganda di regime. Quello che viviamo oggi è il mondo sognato dai Sessantottini. Il mondo "giovanilista" che si ribella al "patriarcato".

    Circa la violenza, mi fai ridere. Quando ero ragazzino la gente si ammazzava per strada un giorno si e uno no, uscivo e trovavo i blindati in mezzo ai fumogeni. Andavi a scuola e c'erano i ripetenti con l'eskimo e il tascapane con le molotov. Un giorno un brigatista è morto cadendo dal cornicione vicino a casa mia mentre cercava di sfuggire alla cattura. Elicotteri tipo Vietnam eccetera. E le stragi col Segreto di Stato.

    Solo che quella era "violenza politica" quindi nel tuo universo distorto non conta. Invece conta la falsa notizia che serve a fare opinione invece di informazione. Poi dice perché l'editoria è in crisi.

    Quello che addolora è vedere che hai un buffer di memoria attorno ai cinque minuti e poi cancelli tutto. Per fortuna i "media" te la rinfrescano con uno slogan nuovo di continuo.

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  6. Quando tornavo da scuola e osavo dire che il maestro o il prof era stato ingiusto mi beccavo ricchi rimproveri. Ora partono le denunce. Da parte di genitori assolutamente squilibrati, che portano in palmo di mano la loro prole come una santa reliquia.

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  7. Io parto sempre dal concetto che domina l'ignoranza. Poi sicuramente certi valori sono stati cancellati o decisamente sostituiti dal culto dell'immagine.

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  8. Le famigli si, ma anche il peggioramento della Scuola come istituzione.

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