lunedì 28 settembre 2020

Il resto può aspettare

Oggi ho accompagnato Greta in moto a scuola. Non è la prima volta che vado io, ma la prima in moto e in un orario leggermente anticipato. 

La cosa che più mi colpisce è la frenesia dei genitori nel lasciare i bambini, comprensibile sia chiaro, si deve entrare al lavoro, timbrare il cartellino. Tutto ovvio. Qualche bimbo che piange che viene trascinato dentro scuola, succede anche questo chiaramente, nulla di nuovo. 

Greta di solito entra sorridente senza alcun problema, stamattina invece voleva la mamma con qualche lacrima che iniziava a scendere. Stavo per forzarla e poi mi sono guardato attorno, la frenesia, le fretta.  Ho detto no. Non va bene, arriverò in ritardo al lavoro non importa. Ci siamo messi da parte su una panchina e abbiamo parlato per cinque minuti. Si è tranquillizzata, voleva solo questo. 

Tornando verso la moto mi sono chiesto se davvero ha senso vivere nella frenesia. Lo so dobbiamo lavorare, non discuto. Ma forse stiamo dimenticando alcune cose importanti, prendersi il tempo per fare, per stare, per parlare. Esserci veramente in un momento. Esserci con i nostri figli. 

Spesso purtroppo non è possibile. Questa è una società che non guarda in faccia nessuno, che spinge la gente a ritmi insostenibili, con il pensiero alla bolletta, al conto corrente che scende in picchiata, alle tasse, al lavoro che incombe o che purtroppo non c'è. Rincorriamo la lancetta dell'orologio e spesso la superiamo senza nemmeno accorgercene. 

Mi siederò spesso su quella panchina,  metterò da parte quell'orologio e ascolterò. 

Il resto può aspettare. 

24 commenti:

  1. Tu sei sempre speciale! Io vedo che tanti hanno fretta di parcheggiare i figli e poi stanno fuori a chiacchierare.

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    1. Ci provo, purtroppo la fretta è sempre dietro l’angolo pronta ad inghoittirti, ma ho imparato sulla mia pelle che non va bene

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  2. Il tempo è il gran tiranno delle nostre vite. Gli sacrifichiamo pensieri, parole, gesti, sorrisi, letture, scritture, anche solo post.
    Poi capita di fermarsi un attimo e capire che tutto quello che ci corre attorno viaggia per conto suo, e noi ad inseguirlo perdiamo in percezione e sensibilità, in attenzione, in amore, in quiete.
    Tienila da conto quella panchina. ;)

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    1. io credo davvero che la lentezza, lo stare in una situazione possa essere una grande conquista

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  3. Viviamo sempre protesi in avanti. E hai fatto più che bene a fermarti.
    Ma Greta in moto ha il casco?

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  4. Sei stato bravissimo a concederli quei preziosi minuti.
    Va detto, però, che se un lavoratore dipendente arrivasse ogni giorno in ritardo al lavoro, il suo datore non ne sarebbe felice e potrebbe persino licenziarlo per giusta causa.
    Non tutti ragionano col cuore. Soprattutto sul lavoro.

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    1. si vero, ma credo anche che si debba ripensare ad una società differente, è un’utopia lo capisco ma fondamentale per me

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  5. Il problema è appunto che moltissimi non possono scegliere perchè è così che funzionano le cose, sempre di corsa e pochissimo tempo per le cose davvero importanti. Nel mondo che vorrei, le persone dovrebbero potersi prendere tutto il tempo che vogliono.

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    1. si purtroppo è vero. Però possiamo anche dire che a volte abbiamo la possibiltà ma dimentichiamo di farlo

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  6. Cercare di non fare ciecamente quello che fanno tutti, ma cercare di fare quello che noi riteniamo giusto, è fondamentale per mantenere in funzione la nostra testa e il nostro cuore. Ed è il miglior insegnamento che si può dare a un figlio, credo.

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  7. Tra le tante cose che ci vengono inculcate a forza oppure che vengono rimosse dal lavaggio del cervello c'è appunto il concetto di "senso della vita". In orgine i nostri Avi avevano tantissimo tempo, perché le attività necessarie alla sopravvivenza, oltre a svolgersi solo nelle ore di luce, richiedevano in realtà poco lavoro oppure tanto lavoro ma solo durante certi periodi dell'anno. Il resto si poltriva o si moriva di fame a seconda del capriccio delle stagioni. Questo è cambiato con l'avvento delle macchine, quando gli Avi furono deportati dalle campagne ai dintorni delle fabbriche per accudirle. La fabbrica è diventata un po' come il maniero del signore, attorno a cui c'era il borgo degli artigiani e più in la i campi con i tuguri dei contadini. Con una differenza catastrofica. L'antico signore del maniero alla fine era un essere umano coi gli stessi ritmi dei suoi sudditi. La macchina invece è inumana e quindi obbliga le persone a stravolgere le proprie vite per assumere il ritmo della macchina. Non ci sono le stagioni, non ci sono le età, non c'è freddo o fame, non cè buono o cattivo. C'è un andamento periodico con un input e un output e il periodo può essere lentissimo o velocissimo e il macchinario piccolissimo o grandissimo, tutto scollegato da qualsiasi cosa nell'universo.

    Ecco le nostre vite attuali non sono vite umane, sono vite di macchine perché noi siamo pezzi di un macchinario. Ci convincono col la "pseudo-educazione" che il senso della cosa sia nella sequenza "lavoro - guadagno - pago - pretendo" e questa è la scusa dei genitori che scodellano i figli nel parcheggio-scuola per levarseli dai coglioni. La priorità è il consumo. Se vuoi comprare il nuovo aggeggio a rate devi pagare, per pagare devi guadagnare e per guadagnare devi lavorare. Il lavoro consiste nell'accudire le macchine e la macchina se ne frega se tuo figlio ha mal di pancia, ad un dato momento inizia a fare "pum pum" e tu devi essere li per pigiare bottoni e tirare leve, per buttare cose dentro la bocca della macchine e tirare fuori cose dal suo culo. Nel momento in cui tu assumessi che la priorità non è comprare il nuovo aggeggio ma il benessere di tuo figlio, diventi un "drop out", cioè ti metti fuori dalla "società".

    Scrivo questo non tanto con una nostalgia "luddista" ma per sottolineare che generazioni sono nate, vissute e morte con ficcata in testa l'idea che quanto sopra fosse il PROGRESSO, che l'apice della evoluzione umana fosse la "Classe Operaia". Dalla "Classe Operaia" discende la "Classe Consumatrice" e questo è il passaggio che probabilmente da queste parti vi siete persi.

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  8. Hai fatto una scelta saggia. Greta è più importante di ogni altra cosa materiale e del tempo stesso. Lei può insegnare molto sulle priorità e sul tempo da vivere.

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  9. Sono completamente in accordo con te, ma io sono uno fortunato, ho sempre lavorato da libero professionista e il mio orario era super flessibile. Oggi purtroppo tutti vogliono tutto e allora la vita diventa una rincorsa e non sempre per le necessità ma spesso per il superfluo
    Ciao fulvio

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    1. davvero troppo frenetica a volte, poi finisce che si perdono di vista le cose importanti

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  10. I vecchi marinai ai mozzi che si imbarcavano per la prima volta consigliavano: nove dita siano per te ed una per il vapore...

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  11. Una vita frenetica, concordo con la tua scelta.

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  12. Pienamente d'accordo. C'è troppa frenesia e questa ci fa dimenticare tante cose importanti:il bisogno d'affetto e comprensione dei più piccoli, il dialogo familiare,la solidarietà fra le persone . Sarebbe opportuno fermarsi e pensare a tutti i danni e anche alla tristezza che questa logorante frenesia, ogni giorno ci porta.

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  13. Ma quanto mi trovi d'accordo! La frenesia, spesso fine a se stessa, ci sta rovinando. Sta cancellando tanti momenti importanti.

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