martedì 16 luglio 2024

Sotto al tappeto

Camminare per la città è come guardare un quadro in evoluzione. Un pannello che scorre con interpreti che si danno il cambio. 
Mi piace girovagare, a volte anche senza meta precisa, a piedi oppure anche in scooter. Centro, periferia, quartieri residenziali, porto e vicoli. 
Ultimamente noto una cosa, sta aumentando il disagio sociale. A Genova mi pare di poter dire che  le persone che fanno abuso di alcol sono sempre più nuemerose, in maniera trasversale. 
Li vedi in giro barcollare da una parte all'altra del marciapiede, non chiedono niente spesso, a volte invece capita di assistere a scene di rabbia tra di loro. 
Dovremmo farci domande su chi viene abbandonato, su chi si ritrova solamente in compagnia di una bottiglia o un cartone di Tavernello. 
Dietro c'è sempre una storia. 
Nelle nostre città spesso nel caos c'è molta solitudine, messa da parte, invisibile. 
Quelli che non si devono vedere stanno lì messi sotto al tappeto. 

3 commenti:

  1. Da astemia non riesco proprio a comprendere che piacere si possa provare nell'ubriacarsi, eppure conosco gente che lo fa per semplice divertimento, senza che si tratti di disagio sociale.
    Questo per.me è squallido.
    A

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  2. È partita la pubblicazione del commento per errore.
    Comunque dicevo che per me è squallido. Mentre, chi ha davvero bisogno d'aiuto vedrà sempre una mano tesa, nel mio piccolo.

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  3. Purtroppo nelle nostre città il disagio s'incontra quasi ovunque e spesso si tende a nasconderlo, come dici, sotto il tappeto che nel salotto buono la gente non ama vedere disordine. Si combattono le persone e non le cause che provocano povertà, miseria, solitudine.
    A questo siamo arrivati.

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