51 anni fa Genova fu teatro di una delle più terribili alluvioni mai registrate. Vite spezzate, la città in ginocchio ancora una volta doveva raccogliere le vittime e rimboccarsi le maniche grazie soprattutto a quei giovani che scesero per le strade a dare una mano a tutti, indistintamente.
Oggi come allora la Liguria ancora una volta deve guardare inerme il suo territorio piangere. La mancanza di manutenzione, l'impreparazione, una cultura che nonostante tutte le tragedie vissute continua a mettere al primo posto il mattone.
Costruire, costruire e costruire.
Siamo solo all'inizio della stagione autunnale, gli amministratori sembrano tirarsi fuori da tutto, come sempre, indicando quello dietro o quello davanti come colpevole.
E noi qui, ogni volta con gli occhi al cielo. Sperando nel sole.
In Italia non si impara mai, quasi la storia non fossimo noi
RispondiEliminaPurtroppo la storia continua a ripetersi, si costruisce troppo e male.
RispondiEliminaLa cementificazione si accompagna sempre alla speculazione. Quando poi non si ha riguardo alle condizioni idrogeologiche, la natura si ribella e si riprende quel che era suo con furore. Purtroppo, chi specula se ne frega di tutto ciò e mette il suo guadagno in cima a tutto. Sinché l'avere prevarrà sull'essere ci saranno sempre guai...anche quando non piove.
RispondiEliminaSono d'accordo con Cavaliere. Non avrei potuto esprimere meglio il concetto. :(
RispondiEliminae ho paura che con la devastante crisi climatica i problemi aumenteranno.
RispondiEliminaI serbatoi di voti dei territori si alimentano facendo costruire senza criterio.
RispondiEliminaIn Italia non si impara mai, amara verità detta dall'amica Amanda.
RispondiEliminaConcordo con @Cavaliere oscuro del web.
RispondiEliminaLa Storia si ripete sempre due volte: la prima come tragedia, la seconda come farsa. Karl Marx
L'importante è guadagnare il più possibile.
RispondiEliminaGuadagno privato e costi pubblici