martedì 15 marzo 2016 0 vostri commenti

Una ricerca di umanità


"L'esperienza teatrale di Stranità vanta una lunga collaborazione con la asl 3 genovese. É un impianto di teatro sociale in cui la rete lavora insieme in un comune progetto di cura.
Il concetto di salute nell'incontro con il teatro si allarga, prende respiro, ritrova la comunità tutta a ricercare uno star bene comune, insieme, costruendo stili di vita migliori.
Psicologi, infermieri ed educatori che partecipano attivamente ai laboratori e che sono attori sulla scena. 
Nello spettacolo dell'AltraBellezza il pezzo di apertura è stato scritto da un medico psichiatra del Csm di via Peschiera.
Già in "Voci di dentro" aveva dato voce a bizzarri psichiatri impegnati nella lotta alle dispercezioni uditive. 
Credo che poter parlare della cura psichiatrica con l'ironia che proviene dagli stessi curanti sia un grande gesto di leggerezza, di bonifica dal ricordo, tragico e ancora recente, di una cura fatta di costrizione e negazione della persona.
La capacità di guardarsi fuori da un ruolo racconta una ricerca di umanità.
Quella di cui ognuno di noi ha bisogno quale che sia la condizione in cui si trova.
Quella ricca profonda e viva che gli attori di Stranità sono capaci di portare in scena"

Queste le parole di Anna Solaro, regista, educatrice professionale, teatroterapeuta, attrice e anima del Gruppo Teatrale Stranità del Teatro dell'Ortica di Genova.


Spesso ci chiedono cosa facciamo, cosa vuol dire Teatro Sociale, credo che migliore definizione non esista nei manuali dedicati. Questo è ciò che porteremo in scena Venerdì 18 marzo al Teatro dell'Archivolto a Genova alle ore 21.
Se siete in zona o volete farvi qualche chilometro per emozionarvi ve lo consiglio.
Noi vi aspettiamo, siamo gente che sa attendere, nonostante i tagli delle Regione Liguria, e nell'attesa troviamo spesso "maggior fermezza nei nostri passi".

Qui il link per acquistare i biglietti on line http://www.happyticket.it/biglietti/acquista/scegli-posti-19894-65697.htm
giovedì 10 marzo 2016 21 vostri commenti

Asilo dei virus

Il tempo passa e siamo arrivati all'asilo.
Anzi meglio dire che ci stiamo buttando in quello spazio popolato da piccoli hobbit pieni di virus dove frequenti qualche giorno e il resto del mese lo passi tra le braccia dei nonni a farti misurare la febbre. Ma bisogna imparare a socializzare con gli altri bambini (che però poi lì dentro si fanno i fatti loro). Essendo uno di quelli che crede nelle relazioni di gruppo  direi che può davvero servire. Ditemi di sì.
Il dazio da pagare (oltre alla retta ahhhh) sarà quello di portare a casa qualche starnuto in più, si spera solo quello. 
Ma mi domandavo, ai nostri tempi era lo stesso? Eravamo così malati? Eravamo piccoli, quindi difficile ricordare, ma con l'aiuto dei miei genitori andando indietro nel tempo pare che il nostro tasso di assenze fosse meno elevato. 
Altri tempi direi, dove la parola inserimento se non sbaglio non era nemmeno prevista nei vocabolari. Mi tornano in mente le parole che mia madre ogni tanto mi ricorda, ovvero la suora (ebbene si sono andato in un asilo religioso, pare per comodità perché c'era già mio fratello, mandato lì perché erano gli unici che prendevano un anno prima) che diceva ai genitori "andate via anche se piange ci penso io", che suona anche un po' inquietante. Mitica Suor Fede, era una di quelle che se andavi da lei dicendo che uno ti aveva dato un calcio ti diceva di restituirglielo. 
Ora forse i piccoli "untori" vengono mandati all'asilo anche con un po' di febbre passando tutto a tutti, questo probabilmente perché spetto i genitori  lavorando non sanno a chi lasciare i figli.
Francamente non lo so, però stasera per precauzione pranzerò con qualche tachipirina al ragù di cinghiale.
martedì 8 marzo 2016 31 vostri commenti

Il buio oltre il voto

Niente di nuovo verrebbe da dire. Queste cose in questo assurdo paese succedono da sempre, sono entrate nell'ordinaria gestione di quella che chiamano democrazia. Chi si lamenta adesso è complice perché non ha fatto abbastanza. 
Diciamo la verità, in tempi di berlusconismo abbiamo riempito le piazze ma avremmo dovuto fare di più, sono passate le peggiori leggi della storia di questa nazione.
Figuratevi adesso che al governo ci sta uno che dice di essere di sinistra ma ha lo scudo crociato tatuato, a capo di un partito che non rappresenta nemmeno la maggioranza degli italiani che vanno al voto, a capo di un governo che nessuno ha mai votato, a capo di un partito che parla di democrazia diretta mentre nelle primarie succede di tutto.
I video e le foto di Napoli sono ancora una volta un insulto alla parola democrazia, ma noi forse siamo fatti così, certe cose ci vanno bene perché intorno sento solo silenzio. 
mercoledì 2 marzo 2016 12 vostri commenti

Una rivoluzione che parte dal tempo


Nonostante i tagli da noi al Teatro dell'Ortica si va avanti, come ogni mercoledì ci incontriamo per il nostro laboratorio teatrale, dal video potete farvi un'idea anche se risale al 2012. 
Oggi abbiamo parlato del Tempo, no state tranquilli non si tratta delle previsioni argomento caro a chi di solito prende l'ascensore, ma di quello che passa inesorabile durante le giornate.
Quello che sfugge e che troppe volte rientra nei nostri discorsi in maniera negativa... Non ho tempo.. mi manca il tempo... non sono a tempo... fuori tempo... dammi il tempo... ci vuole tempo.
Spesso parliamo di cambiare le cose, parliamo di massini sistemi da rivoltare non accorgendoci che potremmo iniziare da una rivoluzione individuale che è quella di vivere il nostro tempo, decidere di fare le cose in libertà, non costringerci in una maschera quotidiana che portiamo o che ci fanno portare. Insomma riprendendo il tempo che ci stanno portando via.
Noi ogni mercoledì lo facciamo, anche se per qualcuno  il nostro non era tempo da finanziare. 

Se volete sostenerci con una piccola donazione lo potete fare qui 


volendo il tempo si trova.
venerdì 26 febbraio 2016 7 vostri commenti

Uscire dall'ombra


Antonio Ornano, uno dei comici di Zelig, ha deciso di darci una mano alla sua maniera partecipando assieme ad altri comici ad una serata per raccogliere fondi per il Teatro dell'Ortica di Genova che ha visto azzerare il proprio finanziamento di 20mila euro dalla Regione Liguria. 
Giusto per ricordarlo questi soldi servivano a malapena a portare avanti tre laboratori teatrali organizzati durante l'anno con pazienti psichiatrici, carcerati e donne vittime di violenza. Evidentemente le istituzioni non ritengono sia giusto occuparsi di queste cose.
Potete aiutarci a raccogliere i fondi cliccando su questo link 


il progetto si chiama Storie di Ordinaria Stranità, perché nei nostri laboratori e nei nostri spettacoli raccontiamo realtà che spesso vengono dimenticate o messe in un angolo. Noi vogliamo uscire dall'ombra.
Grazie a tutti.
giovedì 25 febbraio 2016 32 vostri commenti

Governo contronatura

"È stato un bel regalo all'Italia avere impedito che due persone dello stesso sesso cui lo impedisce la natura, avessero la possibilità di avere un figlio. Abbiamo impedito una rivoluzione contronatura e antropologica, credo sia stato un nostro risultato". 

Queste sono le parole del ministro dell'Interno Alfano. E queste invece le parole di Giovanardi,

"Se il presupposto delle unioni civili è l'amore, allora qualsiasi combinazione dovrà essere riconosciuta come tale"

Basterebbero questi due nomi per non discutere nemmeno, invece uno è un ministro e l'altro siede da troppi anni in parlamento. 
L'unica cosa contro natura in questo paese direi che è avere ancora gente come questa in parlamento e farci un governo insieme.
martedì 23 febbraio 2016 10 vostri commenti

A Parma l'impossibile diventa possibile


«L'importante è che abbiamo dimostrato che l'impossibile può diventare possibile. Dieci, quindici, venti anni addietro era impensabile che il manicomio potesse essere distrutto. D'altronde, potrà accadere che i manicomi torneranno ad essere chiusi e più chiusi ancora di prima, io non lo so! Ma, in tutti i modi, abbiamo dimostrato che si può assistere il folle in altra maniera, e questa testimonianza è fondamentale. Non credo che essere riusciti a condurre una azione come la nostra sia una vittoria definitiva. L'importante è un'altra cosa, è sapere ciò che si può fare. E' quello che ho già detto mille volte: noi, nella nostra debolezza, in questa minoranza che siamo, non possiamo vincere. E' il potere che vince sempre; noi possiamo al massimo convincere. Nel momento in cui convinciamo, noi vinciamo, cioè determiniamo una situazione di trasformazione difficile da recuperare.»
Franco Basaglia, Conferenze brasiliane 1979

Ecco noi domani cercheremo di convincere Parma portando in scena alle ore 21 al Nuovo Teatro Pezzani lo spettacolo "L'altra bellezza". Se siete in zona fate un passo così potrete farvi un'idea di quello che facciamo e cosa nasce dai nostri laboratori teatrali che la Regione Liguria ha deciso di non finanziare tagliando 20mila euro. 
Per questo motivo partiamo per far conoscere anche fuori dalla Liguria il nostro teatro con tutte le difficoltà del momento che potete immaginare, ma non ci arrendiamo e andiamo avanti chiedendo anche a chi può di sostenerci con una piccola donazione andando su 


l'impossibile spesso può diventare possibile.
domenica 21 febbraio 2016 2 vostri commenti

Costruire strade anche quando non ci sono

Lo so, starete pensando... basta con questi post sul teatro sociale, ma vi avevo avvertito che sarebbe andata così. Casomai prendetevela con Regione Liguria che ci ha tagliato completamente i fondi. Quindi portate pazienza ma ne varrà la pena arrivare fino alla fine del post.
Spesso mi capita di dover spiegare che cosa facciamo nei nostri laboratori, che cosa vuol dire teatro sociale. In questi anni ho letto parecchi libri ma non ho mai trovato parole migliori come quelle di Anna Solaro, educatrice-attrice-regista e una delle anime del Teatro dell'Ortica.

"Sabato mattina c'è stata su in carcere a Pontex la prima prova comune con i cittadini liberi in vista dello spettacolo del 6 aprile all'Archivolto.
È andata molto bene. 
Quello su cui vado sempre più riflettendo è la scelta metodologica del lavoro di teatro sociale volta al mettere insieme, all'integrare.
Il gruppo delle donne su a PonteX nel lavoro fino ad oggi ha portato insieme alla voglia di fare e alle risorse, tutte le criticitá e le sofferenze che coincidono con una detenzione.
Io per la formazione del gruppo non faccio casting. Per scelta.
Accolgo chi ha giá lavorato con me, chi fa domandina, chi mi viene inviato perché si trova in una particolare situazione di bisogno.
E questo perchè se il teatro è inclusione, nel percorso bisogna imparare a creare le condizioni delle possibilità non della selezione.Poi può accadere che per strada qualcuno si perda e questo sta nell'ordine delle cose.
Ma chi traccia quella strada deve per primo saperci camminare.
E non è semplice. A volte ti pare di sostare nel vuoto, nella dispersione, nell'assenza. Ed é proprio su quello che bisogna camminare. Perchè chi è lì con te conosce solo quello dell'esistenza. E quello non si può bypassare con l'addestramento al copione o al bel movimento. Se si pratica la capacità di aspettare le cose poi vengono e la bellezza è che sono patrimomio dell'altro, non del narcisismo di un regista.
Il regista deve essere contento fino a stupirsi del fatto che l'altro c'é. Ma c'è davvero con una presenza scenica che coincide con quella dell'esistere.
"Anna mi viene da piangere perché siamo in tanti" mi ha detto Jessica prima di lavorare. Uscendo da su anch'io ero commossa perchè davvero eravamo lì in tanti.
Perchè anche quei cittadini liberi fanno esperienza di solidarietà formandosi ad una pratica che non è teoria e tanto meno è il bel gesto o il bello spettacolo.
Ma è la capacità di costruire delle strade anche quando non ci sono.
Ecco il mio teatro sociale.
Fare in modo che ci si sia tutti.
E non per finta"


Ecco se siete arrivati fino in fondo sappiate che questo è anche il mio teatro sociale. 
Quindi se volete darci anche una piccola mano a "costruire strade anche quando non ci sono" andate a questo indirizzo e lasciate anche una piccola donazione

https://www.produzionidalbasso.com/project/storie-di-ordinaria-stranita/
martedì 16 febbraio 2016 16 vostri commenti

All Inclusive, compreso il braccio teso

La matematica non è un'opinione quindi facciamo due conti.
Il ministero dell'Interno ci dice con una nota in bella calligrafia che quelli di "Casapound sono dei bravi ragazzi". So' ragazzi dai!!!
Ora veniamo a sapere che palazzo Chigi si darà da fare per cercare 2 milioni di euro per finanziare il Museo del fascismo. Indovinate dove? Ma a Predappio logicamente. Così il prossimo tour è completo, visita alle spoglie, acquisto della maglietta della XMas e magari anche un piccolo body per il neonato con scritto "Per un mondo più pulito, torna zio Benito".
Ecco. Renzi può continuare a spuntare l'elenco delle cose che nemmeno il Caimano era riuscito a fare.
Avanti con la prossima.
lunedì 15 febbraio 2016 0 vostri commenti

Il desiderio di stare con gli altri


Oggi ce lo spiega Marco cosa vuol dire Teatro Sociale. Le istituzioni dovrebbero ascoltare queste parole, perché quando tagliano una voce dal bilancio regionale, come nel nostro caso, tagliano tutto questo togliendo alle persone la possibilità di "attingere ad un bagaglio formativo" per creare "strategie di relazione" togliendo alle persona la possibilità di "ricucire strappi che connotano chi si rivolge" al teatro sociale che può permettere di rinfocolare "il desiderio di stare con gli altri".
Potete aiutare la realtà del Teatro dell'Ortica di Genova che rischia di sparire anche con una piccola donazione andando su
grazie a tutti.



venerdì 12 febbraio 2016 6 vostri commenti

La speranza


Ancora una pillola di Stranità. Questa volta è Egle che ci parla del teatro sociale e della speranza che in molti riaccende e tiene viva.
Da quando frequento il Teatro dell'Ortica e in particolare il gruppo Stranità ho imparato molte cose, una su tutte però la tengo stretta. Ascoltare.
Teniamo viva la speranza sostenendo il Teatro dell'Ortica di Genova, una piccola donazione su 
mercoledì 10 febbraio 2016 4 vostri commenti

Puoi cadere e poi andare oltre


Ho sentito dal vivo queste parole, dette sul palco del Teatro dell'Ortica. Ancora adesso, riascoltandole, mi vengono i brividi e suscitano in me profonde emozioni. Vi invito davvero ad ascoltarle perché fanno bene al cuore, ti rimettono in carreggiata.
Rami parla del Teatro Sociale, del significato che ha per lui. Lo definisce spazio fondamentale di libertà, una cosa che diamo troppo per scontata ultimamente. Fa l'esempio di una vite storta che è in tensione verso la luce, una sospensione nell'ignoto che viene fatto passare in un contesto protetto come quello del Teatro Sociale e dei laboratori che si fanno al Teatro dell'Ortica di Genova.
Le parole di Rami andrebbero lette, rilette e poi condivise in una società dove non ti è permesso di cadere, dove quando sei a terra la gente in molti casi passa dritta e ti guarda storto, dove regna lo stigma. In questo spazio libero puoi cadere, è giusto cadere, ma poi assieme ci si rialza andando oltre.
Credo sia davvero giusto sostenere il laboratori di teatro sociale del teatro dell'Ortica che si occupano di psichiatria, carcere e donne vittime di violenza e rischiano di sparire per i tagli della Regione Liguria, basta andare su


Andiamo oltre.

lunedì 8 febbraio 2016 2 vostri commenti

Parole che non rientrano nei bilanci


Danilo è un attore di Stranità. Le sue parole tengono incollata l'attenzione verso il palco quando recita perché si tratta di storie vissute, raccontate senza filtri e con una forma narrativa da fare invidia, messe in scena poi splendidamente dalla compagnia Stranità del Teatro dell'Ortica di Genova composta da pazienti, operatori, attori e cittadini.
Fare questo significa fare Teatro Sociale, dare spazio a quelli che spesso non lo hanno, che spesso vengono dimenticati.
La Regione Liguria ha deciso che tutto questo non merita di entrare nel bilancio di un'istituzione. 20mila euro che in questi ultimi anni sono serviti ad organizzare i laboratori teatrali con i pazienti psichiatrici, con le detenute del carcere e con le donne vittime di violenza. Pochi soldi che in alcuni casi non sono bastati, ora sono stati addirittura azzerati.
Per questo motivo ci siamo rivolti alla cittadinanza per salvare il Teatro Sociale a Genova.
Per farlo basta andare su https://www.produzionidalbasso.com/project/storie-di-ordinaria-stranita/  e lasciare anche una piccola donazione. Il nostro progetto si chiama Storie di ordinaria stranità.
Non molliamo.
lunedì 1 febbraio 2016 8 vostri commenti

Sosteniamo il Teatro Sociale


"Il Teatro Sociale è un teatro un po’ osteggiato. Eppure la radice che sta sotto terra è all’oscurità, ma è la base per la fioritura dei rami e delle foglie. Nietzsche diceva…

Un albero, per toccare il Cielo, deve sprofondare le sue radici all’Inferno…

Il Teatro Sociale è così. Tocca sia l’Inferno che il Cielo. Ci unisce. Perché averne paura? Ve lo dice un matto come me. Vedere spettacoli di Teatro Sociale non vi spiacerà. Parola di un “nessuno”. Essere nessuno ha i suoi vantaggi. La folla si stupisce dei nessuno. Forse perché, per un istante, si ricorda che nasciamo tutti come dei nessuno."

Queste sono le parole di Danilo uno degli attori di Stranità, una compagnia del Teatro dell'Ortica, un gruppo integrato, operatori, pazienti psichiatrici, educatori, attori e semplici cittadini che ogni mercoledì mattina si incontrano per partecipare ad un laboratorio teatrale dal quale nascono i nostri spettacoli.
Stranita è uno dei progetti, assieme al quello del TeatroCarcere e della "Violenza sulle donne", che rischiano di scomparire, perché Regione Liguria ha deciso di non finanziare i 20mila euro che ogni anno aiutavano ad andare avanti con questi progetti.
Ieri abbiamo manifestato con un corteo artistico per le strade di Genova, poi come al solito la parola è andata alle persona che vivono il teatro sociale.
Oggi vi chiedo di darci una mano e di condividere il nostro PROGETTO DI RACCOLTA FONDI. Lo potete trovare a questo link https://www.produzionidalbasso.com/project/storie-di-ordinaria-stranita/ sotto il nome "Storie di ordinaria Stranità".
Abbiamo 60 giorni di tempo per raccogliere il più possibile. In questi giorni, vi chiedo scusa, ma sarò un po' monotematico, parlerò di psichiatria e teatro, di Opg, di storie vissute e raccontate.
Se potete fate girare anche il nostro hashtag della campagna #StorieDiOrdinariaStranità.
Vi dico grazie a prescindere.
venerdì 29 gennaio 2016 12 vostri commenti

Storie di ordinaria e straordinari re-esistenza


Ci eravamo lasciati con la brutta notizia dei tagli che Regione Liguria ha deliberato creando enormi difficoltà al  Teatro dell'Ortica, e non solo, col quale collaboro e che si occupa di teatro sociale. Laboratori e spettacoli con detenuti e bambini delle scuole elementari e medie, pazienti psichiatrici con operatori, attori e cittadinanza, ragazzi down e donne che subiscono violenze.
Purtroppo dal punto di vista dei finanziamenti non ci sono buone notizie, la Regione non ha aperto le casse e i 20mila euro che sarebbero serviti per i laboratori non ci sono. La città sta rispondendo, abbiamo avuto tantissimi attestati di stima e condivisione del nostro problema. Alcuni operatori della salute mentale hanno raccolto per noi 770 euro un gesto meraviglioso, che ci ha commosso. La settimana scorsa in una SOMS abbiamo fatto una cena solidale per raccolta fondi raggiungendo 1500 euro.
Non ci arrendiamo. Vogliamo andare avanti e garantire i LABORATORI TEATRALI. Per questo motivo DOMENICA 31 GENNAIO faremo un corteo artistico che partirà da Piazza Raibetta (in fondo a San Lorenzo) alle ore 17.30 per raggiungere Palazzo Ducale dove si terrà un incontro sul TEATRO SOCIALE, per parlare della sua importanza, del suo valore che rappresenta, "Storie di ordinaria e straordinaria re-esistenza". Oggi di noi parla anche Repubblica.
Domenica ci saranno interventi degli addetti ai lavori, di chi partecipa ai laboratori, alternati   a pezzi teatrali tratti dall'ultimo spettacolo "L'ALTRA BELLEZZA" che abbiamo messo in scena al teatro della Corte.
Lanceremo anche la campagna di raccolta fondi tramite piattaforma crowdfunding Produzioni dal Basso di cui poi vi parlerò.
Se passate dalle nostre parti domenica non tiratevi indietro, vi aspettiamo, nel caso vestitevi di nero, il perché lo capirete.
mercoledì 27 gennaio 2016 12 vostri commenti

Tute blu

Ho ancora ben presente quel ricordo. Quelle parole di mia madre, "Fate piano perché papà dorme". Quando ero piccolo forse non capivo totalmente. Non capivo perché papà a volte dovesse dormire di giorno. Ricordo la sua entrata in casa magari alla mattina presto e quel nostro, mio e di mio fratello, andare a giocare proprio davanti alla sua camera mentre cercava di dormire.
Mio padre ora è in pensione, era un operaio Italsider. Uno di quelli che si faceva chilometri a piedi e in autobus, non abbiamo mai avuto la macchina, per entrare in turno. Uno di quelli con la tuta blu tatuata addosso, che ancora abbiamo a casa, che scendevano in piazza per il collettivo.
Oggi Genova è ancora una volta vicino ai suoi operai, quelli rimasti, alle sue fabbriche che sono state abbandonate dallo Stato italiano, svendute prima, illuse poi.
In questi giorni nelle nostre strade stanno sfilando le tute blu con il consenso, a parte qualcuno, dei concittadini. Oggi la polizia ha fermato il corteo per non farlo andare in centro, perché manifestare da ancora fastidio. Due schieramenti uno di fronte all'altro, padri e madri di famiglia contro. Poi una poliziotta si è tolta il casco per dare la mano ad un operaio, forse un gesto spontaneo.
Le proteste di questi giorni hanno ottenuto un incontro alla presenza di un sottosegretario del governo, Renzi probabilmente sarà in giro a fare battute poi lui non può apparire quando si tratta di cose negative. Vedremo come andrà a finire. 
Noi a Genova la tuta no ce la togliamo, questo deve essere chiaro.
venerdì 22 gennaio 2016 20 vostri commenti

Vista sull'alluvione


Spesso ce la prendiamo con le istituzioni, con i politici, con le amministrazioni. Poi succedono cose che dovrebbero far riflettere, che fanno capire che il problema a volte sta anche alla base.
Come sapete Genova ogni anno, sto toccando ferro, ha la sua alluvione. Quei morti sono ancora nei nostri pensieri, vite che sono state portate via in pochi minuti. Danni che non potranno mai essere risarciti.
Ultimamente pare che la soluzione, o almeno una parte, del problema possa essere la costruzione di uno scolmatore per il famoso, purtroppo, torrente Fereggiano. Una struttura che stanno costruendo in Corso Italia, per chi conosce Genova la promenade con vista sul mare, quartiere diciamo così di "ricchi", persone che stanno bene, a volte anche "non genovesi" che si fanno vedere ogni tanto con la casetta a due passi dal mare.
Fin qua semplice cronaca. 
Peccato che 9 famiglie, anzi 8 perché una si è ritirata, hanno pensato bene di fare un ricorso contro la copertura del cantiere dello scolmatore perché secondo loro danneggia l'immagine, definita "uno sfregio al paesaggio".
Nessuno vuole togliere il diritto di fare un ricorso, ci mancherebbe, quindi il movimento 5 stelle di Genova può stare tranquillo. Ma mi domando come si possa minimamente pensare di provare a bloccare la costruzione di una struttura che potrebbe essere utile alla causa di tutti per questioni di "bellezza".
Non mi piace ragionare in termini di classi, che esistono ancora sia chiaro, ma qui sembra davvero di avere a che fare con quelli che vivono in una palla di vetro.
Per noi che viviamo con gli allerta ogni volta che piove, meglio avere l'occhio infastidito da una bruttura architettonica, tra l'altro temporanea perché sparirà una volta finiti i lavori, piuttosto che svegliarsi con un metro di acqua in casa.
Noi negli ultimi anni quando parlavamo di vista intendevamo l'immagine in alto... sotto tutta quell'acqua c'è via Fereggiano e purtroppo delle vite.
Ma spesso il termine collettività non si riesce proprio a capire.
mercoledì 20 gennaio 2016 25 vostri commenti

Tic Tac

E con oggi sono 365 giorni senza sigarette, senza quel gesto che ultimamente era diventato troppo naturale. Una conseguenza automatica, un virgola tra le parole caffè e pausa. Non fumavo troppo, passavo anche qualche giorno senza accenderne una, facendone altri invece, quelli più intensi, con la sigaretta in mano.
In realtà non volevo scrivere di questo, ma si sa la natura umana ogni tanto ha bisogno di compiacersi e di condividere i traguardi, se tali sono, con gli altri. 
Oggi volevo dare ragione ad un amico, Carlo, che nel suo blog ci mette in guardia. Da che cosa? Dal silenzio, dal "lasciamo perdere". Quell'atmosfera che purtroppo accompagna spesso i governi che si dicono di centro sinistra (non dico nemmeno più sinistra).
In passato quando al governo c'era lui, sapete chi, i post  intasavano la rete, anatemi contro l'imbonitore di folle. Adesso effettivamente troppo silenzio.
Pensare che il non eletto di Firenze ha portato a termine il lavoro del compare di Arcore, ha modificato leggi contro le quali quelli che ora le votano in parlamento erano scesi in piazza.
Già le piazze... quelle che non occupiamo più, che abbiamo occupato troppo poco in passato, che abbiamo lasciato ad altri.
Carlo ha ragione, dobbiamo riappropriarci degli spazi, occuparli, non lasciarli e non mollare. Io per primo che in questi mesi, per troppe cose, ho scritto meno.
Ora una sigaretta ci vorrebbe ma in tasca ho solo Tic Tac, un po' come il tempo che corre e che noi dobbiamo cavalcare.
lunedì 11 gennaio 2016 4 vostri commenti

Starman

Ci sono personaggi che ai nostri occhi sembrano eterni, parte della nostra vita passata e presente, che diamo per scontato. Artisti che hanno creato pezzi musicali diventati colonna sonora della nostra quotidianità.
Ieri sera ho rivisto il tributo a Freddy Mercury del 1992. Per un attimo sono stato catapultato negli anni 90, nella mia adolescenza, quando consumavamo le cassette e i cd erano una conquista per pochi, quando aspettavamo Superclassifica Show per sapere chi era il primo del momento. 
Lo stadio di Wembley completamente pieno, composto, una marea di mani che si alzavano per tenere il ritmo dei pezzi che venivano interpretati sul palco dai Metallica, Seal, Lisa Stanfield, George Michael, Lisa Minelli, Extreme, Def Leopard, Zucchero, Annie Lennox, Guns 'N Roses e molti altri tra cui il "Duca" David Bowie.
La notizia di oggi ci riporta alla dura realtà della vita, ma la musica va oltre, non si ferma come le stelle.


venerdì 1 gennaio 2016 10 vostri commenti

Punto e a capo

Il primo giorno dell'anno ha sempre un fascino particolare. Una vena di tristezza ma anche una sorta di punto e a capo per ripartire. Vero è questo è solamente un punti di vista di noi uomini che crediamo di poter dare una svolta grazie a delle scadenze stabilite. Dal prossimo anno niente dolci, niente sigarette, niente spese pazze e via di seguito. Il tempo alla fine è uno solo.
Non amo particolarmente il capodanno ma l'ho sempre festeggiato, non mi piace la piazza, possibilmente se riesco mi bastano degli amici cari, una tavola abbastanza imbandita, del buon vino, qualche sigaretta (una vola ora è quasi un anno che non ne tocco una), magari una chitarra e il gioco è fatto.
I migliori capodanno comunque rimangono quelli di una volta, quando tutta la famiglia era riunita. Antipasti infiniti, primi e secondi e vi risparmio il resto. Il bello era lo stare insieme, grandi e piccoli che non aspettavano altro. Quando eravamo più piccoli ricordo che passavamo dal cantare in genovese al classico mercante in fiera, tombola e sette e mezzo. Fino alle 4 del mattino e oltre. Tre o quattro generazioni che si divertivano.
Ora forse festeggiamo talmente tanto, mangiando e bevendo che il capodanno sembra solamente l'ennesima tappa di una festa continua.
A prescindere da tutto questo, e dalla vena un po' malinconica, vi auguro un felice 2016. Il vecchio io  lo voglio proprio mettere da parte, purtroppo mi ricorderà per sempre la perdita di due persone meravigliose.
Questa è la vita si dice, è così.
Quindi punto e a capo.

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