martedì 7 febbraio 2023

Giorno dopo giorno

Le malattie degenerative si muovono nell’ombra, quasi in punta di piedi, senza farsi annunciare.

Il giorno prima una cosa funzionava, quello dopo un po’ meno.

Si è spesso inermi testimoni con il desiderio di fare qualcosa.

Diventa quindi una vita di elenchi.

Quello delle cose fatte e da fare. Quello delle speranze impossibili. Quello delle visite spesso piene di paroloni, a volte numeri in una stanza d’ospedale, altre invece incontri con splendidi operatori.

L’elenco delle medicine da prendere e da evitare.

Quello ristretto delle persone su cui puoi contare.

Quello lungo delle persone sparite, delle telefonate che non arrivano più e del silenzio. Forse perché non vedendola la malattia fa meno male.

Poi il ricordo di ciò che era, come la voce di mia mamma, che a tratti ora non c’è più e che fatico a ricordare. Quel suo sguardo come a voler dire basta. Quelle dita lente che si muovono su un comunicatore così freddo per delle relazioni che ancora vogliono esistere.

Anche le risate per un buffo modo di parlare tutto nostro. 

È così.

Si vive al minuto, felici di esserci, cercando di fermare il pensiero pericoloso dell’ andare avanti nel tempo.

Rabbia e dolore cercano di prendere spazio, a volte riuscendoci, altre invece respinti da sorrisi resistenti. Con la consapevolezza di soffrire ora ma di poter dire, poi, che il possibile è stato fatto. 

11 commenti:

  1. E' proprio cosi'!Che tristezza.In bocca al lupo per tua mamma.

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  2. C'è da dire che in questa prova difficile, tu sai muoverti con competenza.
    Le persone alle volte hanno difficoltà a farsi sentire perché temono di turbare i famigliari.

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  3. "buffo parlare tutto nostro".. ecco cosa fa la differenza.. qualcosa di tutto vostro che resiste alla malattia, al disagio, al tempo inesorabile.. un rapporto di amore profondo che non può conoscere difficoltà..

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  4. eccomi, alla voce "persone sparite", che però a volte ritornano.
    ciao ernest, occhio che a far liste è un attimo che diventi leader separatista...

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  5. I sorrisi resistenti... quello è il vero termometro della vita. Continua a sorriderle Ernest, tutto il resto scomparirà. Un abbraccio grande.
    Mìgola

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  6. "E anche ciò che sarà
    diventa possibile."
    Mi sono tornate alla mente queste parole che avevi scritto un po' di tempo fa e mi sono commossa.
    Mi permetto di abbracciarvi entrambi.

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  7. In questi tuoi tempi penso non servano molto parole di conforto e quindi ti abbraccio.

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  8. Caro amico blogger, comprendo tutto e bene quello che hai scritto. Un abbraccione.

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  9. Hai proprio ragione: si soffre ora, ma poi ci sarà la consapevolezza di non aver lasciato nulla indietro e di aver fatto e dato tutto il possibile. Io sono stata accanto a mia madre, malata di Alzheimer, per dieci anni. So come ci si sente a dover lottare ogni giorno con una malattia degenerativa. Ti abbraccio!

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  10. Queste tue parole trafiggono l'anima.
    Cosa potrei aggiungere?
    Nulla.
    Ti abbraccio forte.

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