domenica 15 novembre 2015 19 vostri commenti

Due strade

Ho appena finito di scorrere le foto di alcune delle vittime dell'attentato di Parigi. Mi capita spesso di farlo per altri fatti che purtroppo accompagnano la nostra esistenza ma sono più lontani da noi, e quindi per molti inesistenti. Non ho twittato né postato niente sui social perché ritengo la morte un fatto privato talmente doloroso da avvicinare in punta di piedi.
Vite spezzate, sogni, pensieri troncati in una folle serata di violenza. Giovani donne e uomini che hanno visto morire i propri compagni, amici e fidanzati davanti ai proprio occhi. Uomini e donne di tutte le nazionalità e religioni, aggiungerei.
Difficile fare analisi dopo il dolore, ma credo sia giusto ricordarsi che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, purtroppo, nel mondo viene ucciso qualcuno. La differenza sta nel fatto che spesso è lontano da noi, e spesso non è in occidente.
Due sono le strade che in questo momento il pensiero prende. Il dolore per un fatto privato come è la morte di una persona cara e la perdita di una giovane vita, che indurrebbe solamente a fare silenzio.
Poi la strada del ragionamento su quanto è successo, sugli sciacalli che vivono solamente per twittare pochi secondi dopo per apparire e fare propaganda, su quelli che si ricordano della violenza solamente quando ci sono fatti del genere, su quelli che di solito giocano a Candy Crash invece di leggere e documentarsi ma sono i primi a cambiare profilo su Facebook mettendo la bandiera della Francia, su quelli che ogni volta tirano fuori l'esempio della Fallaci senza aver aperto, probabilmente, un suo libro, su quelli che dicono di "mandare via tutti i mussulmani" senza accorgersi che anche qualche vittima lo era, sui nuovi "nemici" che compaiono per permettere al sopravvivenza di qualcuno, sulle armi che l'occidente e su quelli che riescono anche a chiedere la chiusura di Emergency. 
Poi è buio e dolore per quelle famiglie che hanno perso qualcuno.
Per quelle che ogni giorno perdono qualcuno per colpa dell'odio, della violenza e dell'unico dio che conoscono il denaro.
Per quelle che li perderanno, purtroppo, quando la macchina della guerra sarà troppo difficile da fermare.

lunedì 9 novembre 2015 19 vostri commenti

Più che tagli... copia e incolla.

Oggi mi sono alzato con un pensiero in testa, oltre al sonno incredibile.
Non era questo governo quello che avrebbe dovuto tagliare le spese inutili e gli stipendi delle caste?
Magari mi sbaglio ma mi sembra di ricordare il non eletto fiorentino in giro per il paese, paonazzo, a promettere taglia a destra e a sinistra.
Bene.
Anzi, male. Perché nella legge di stabilità non c'è nulla di tutto questo, la barca italiana con tanto di buchi continua nella sua direzione. Vengono esclusi dai tagli i dirigenti pubblici nominati dalla politica, ma guarda un po', assieme ad altre figure non contrattualizzate come prefetti, diplomatici, docenti universitari, dirigenti degli uffici giudiziari, dell'area della dirigenza medica, delle Città Metropolitane e udite udite... delle Province "adibiti all'esercizio di funzioni fondamentali".
E meno male che dovevano eliminarle le province.
giovedì 5 novembre 2015 21 vostri commenti

Figlio unico

Pare che in Cina a partire da quest'anno si possa di nuovo parlare di fratelli e sorelle.
Già perché dal 1979 è in atto la politica del figlio unico, nome che ci fa venire in mente la peggiore distopia orwelliana.
Una cosa del genere per noi, "abituati" alla democrazia, suona come una follia ma purtroppo si tratta di realtà per alcuni stati che spesso dimentichiamo essere delle dittature.
36 anni di impossibilità di scelta, di famiglia imposta per una decisione così intima e personale che non dovrebbe mai rientrare nelle strategie di un governo.
Storicamente i regimi totalitari hanno sempre amato prendere decisioni al posto dell'individuo, entrare nelle case delle persone, magari giustificando tali provvedimenti per questioni economiche o di stato.
A volte, davvero, avere un fratello o una sorella non è una cosa scontata.

sabato 31 ottobre 2015 7 vostri commenti

Un altro panino Al

Quante merende fatte davanti a quelle puntate in cui Fonzie, Potsie, Ralph Malph, Ricky Cunningham e gli altri ordinavano panini nel suo locale. Fonzie poi lì dentro ci viveva prendendo a pugni il juke box facendo partire il pezzo del momento, chiaramente un lento da ballare a stretto contatto con qualche bella ragazza.
Spesso la puntata finiva con Al, il proprietario di Arnold il mitico locale, che lasciava a qualcuno dei ragazzi il locale da chiudere, ormai ci aveva rinunciato e poi a Fonzie non si poteva mica comandare.
Oggi Al, il suo vero nome Al Molinaro, ci ha lasciato con i suoi 96 anni, il pensiero corre veloce a quegli anni meravigliosi, quando aspettavamo la sigla e la ballavamo, quando nei bar provavamo anche noi a mettere musica come Fonzie, noi che alla fine eravamo più come Ricky.
Il locale lo chiudiamo noi tranquillo Al.
giovedì 22 ottobre 2015 20 vostri commenti

ConTanti evasori

Lui è un uomo tutto d'un pezzo. Lui non cambia idea e va avanti. 
Lui, "berlusconianamene" parlando vuole mettere di nuovo i soldi in tasca agli italiani, perché non devono essere tristi, devono avere fiducia e spendere.
Quindi che cosa fare?
Innalzare il limite di spesa in contanti. 3000 euro.
Se il vostro conto corrente è al limite del rosso non ci sono problemi, la cosa importante è avere fiducia e sapere che potete spendere in contanti fino a 3000 euro.
Il fatto che in questo paese c'è un'evasione fiscale imbarazzante è un altro discorso, non vi preoccupate che intanto ci sono sempre quelli che "berlusconianamente" parlando i soldi li mettono per le tasse.

martedì 20 ottobre 2015 24 vostri commenti

Più cemento per tutti


Effettivamente in Liguria abbiamo troppi parchi, diciamocelo. Credo proprio che la mia Regione, con la R maiuscola, abbia bisogno di una mega colata di cemento, magari si potrebbero mettere anche dei caselli per far pagare il passaggio alla fauna locale.
La regione, rigorosamente minuscola, nella figura del suo presidente Toti ha finalmente detto cosa vuol fare contro il dissesto del territorio. Sono pronte armate di muratori con secchi di calcestruzzo e cappello di carta sulla testa. 
I cinghiali sono avvisati, niente più scorribande per le città il cemento glielo portiamo noi a casa, frane comprese.
Prossimo obiettivo mettere un tappo di ghisa contro le alluvioni del Bisagno.
mercoledì 14 ottobre 2015 15 vostri commenti

Si selfie chi può

Un uomo in difficoltà economiche, disperato, magari anche con delle colpe, ma non è questo il punto. Il problema è che quest'uomo non è seduto in un ufficio e nemmeno in piedi dentro un bar, non sta passeggiando, né fumando.
E' in bilico.
Sul cornicione del ponte monumentale di Genova, in via XX settembre, una delle vie più importanti.
Vuole essere ascoltato, rivuole il suo furgone pare sequestrato per irregolarità amministrative, ma non è nemmeno questo il punto.
Ciò che colpisce, come sempre in queste situazioni, è la folla che si è formata sotto il ponte, come se fosse un concerto rock, transenne e polizia, manca solamente l'ambulante che vende bibite.
Ritorna alla mente la tragedia del povero Alfredino caduto nel pozzo nel 1981, quando la televisione scoprì la tragedia e l'Italia intera fu testimone della morte in diretta.
Quell'uomo è sempre sul cornicione. Sotto non vede occhi o mani che lo invitano a scendere, magari qualcuno c'è ma è in minoranza, ma cellulari di diverse marche pronti a scattare una foto da mettere subito su un social, oppure un selfie per sentirsi fighi. Pronti ad aspettare cosa poi? La morte di un uomo o la salvezza?
Quell'uomo è sceso poi ma ha aspettato solamente qualche giorno per scavalcare il muretto e salite nuovamente sul cornicione cercando ascolto e comprensione, trovando solamente troppi touchscreen di ultima generazione.
venerdì 9 ottobre 2015 17 vostri commenti

Mostro Marino

Oggi è il 9 ottobre. Una data importante e triste perché torna alla mente la tragedia del Vajont. Una specie di spartiacque per la nostra Repubblica, un avviso per quello che poi saremmo diventati. E' anche il giorno della morte del Che, un assassinio voluto dalla Cia per soffocare, invece crearono un mito, il vento di liberazione che Ernesto Guevara stava portando in giro per l'America Latina.
Oggi è anche il Marino day after.
Premetto che non sono un fan dell'ormai ex sindaco, e se abitassi a Roma non lo avrei votato, ma questo non c'entra. Aggiungo anche che come molti all'inizio di questa vicenda mi sono poco documentato lasciandomi andare a considerazioni sbagliate.
Leggendo mi sono fatto un'idea di tutta questa faccenda, che sia chiaro potrebbe anche essere sbagliata. Marino ha raggiungo un record invidiabile, praticamente aveva contro tutti, forse all'appello mancava il principe ereditario del Liechtenstein.
Destra, centro sinistra, Grillini, ex grillini, fascisti della prima e dell'ultim'ora, democristiani, ex comunisti, finti comunisti, pretini, prelati e capi di stato in abito bianco... tutti contro di lui.
Ecco viene da pensare che se uno ha tutti contro o è davvero il mostro di Lockness oppure qualche sospetto forse bisogna farselo venire.
Tornano alla mente molte cose... la posizione di Marino rispetto ai temi tanto odiati dal Vaticano, gli sgarbi di Marino alla "famiglie" importanti di Roma, i rapporti con Renzi. Per non parlare del Giubileo alle porte che vorrà dire per i pochi eletti tanti tanti soldi da dividere.
Ieri sembrava di essere immersi tra le pagine di Romanzo Criminale, ascoltando le parole di Libero sussurrate al freddo... "se semo ripresi Roma".
martedì 6 ottobre 2015 17 vostri commenti

Abbiamo perso la camicia


Lo sapete sono un non violento. Però credo che ci siano dei limiti nella vita oltre i quali davvero si debba reagire e fare qualcosa. Di solito, bisogna dirlo, questi esempi non arrivano mai dal nostro paese dove per riempire le piazze bisogna aspettare il mondiale vinto dalla nazionale o un concerto gratuito.
Questo signore nella foto è il responsabile delle risorse umane, titolo che mi fa già rabbrividire, della Air France. Assieme al direttore generale aveva appena comunicato il taglio di 2900 LAVORATORI dell'azienda. La reazione dei dipendenti ormai la sapete, manager in fuga, vestiti strappati e poi questa triste foto in cui si vede la reale dimensione di un uomo che riesce ad essere solamente forte al riparo nel suo ufficio dove con il click di un tasto può cancellare la vita di 3mila persone.
Perché se di violenza dobbiamo parlare, dobbiamo farlo anche di quella che tutti i giorni i lavoratori devono subire sui posti di lavoro, con orari assurdi e paghe imbarazzanti (non parlo solo dell'Italia), della violenza che milioni di disoccupati e precari devono subire dopo l'ennesimo rifiuto di un curriculum o di una proposta di lavoro indecente che devi prendere per forza "perchè non puoi lamentarti" ti dicono.
Guardando in casa nostra, sono passati in sordina troppi licenziamenti, abbiamo lasciato le piazze vuote, dando sfogo alle chiacchiere che una volta erano da bar e adesso sono quelle fatte in rete. 
Esistono posizioni sui luoghi di lavoro che a prescindere dalla crisi sono sempre al sole, stipendi e premi che troppi manager, anche pubblici, si portano a casa mentre all'ultimo dei lavoratori viene chiesto di fare sacrifici.
Quell'uomo in fuga senza camicia rappresenta un po' la nostra situazione, solamente che al posto del manager senza camicia potremmo esserci noi inseguiti da chi ci ha preceduto e conquistato i diritti per i quali noi abbiamo smesso di lottare.
lunedì 5 ottobre 2015 9 vostri commenti

Per chi suona la campana?

"Siamo orgogliosi".
Lo dice Marina Berlusconi, e noi incassiamo l'ennesimo colpo nel mondo della comunicazione. Da oggi, sempre che l'Antitrust avalli l'accordo, il 40% circa del mercato librario sarà in mano ad Arcore. Ognuno ne tragga le sue conclusioni. Questo è il dato certo che si va a sommare ad una situazione anomala nelle rete televisiva ormai da anni e mai risolta.
127,5 milioni di euro, una sorta di palazzo di Paperon dei Paperoni in pratica che sarà portata a Rcs, viene anche da domandarsi dove prenda in continuazione tutti questi soldi, ma il tempo delle domande, dei cortei, dei girotondini e dell'indignazione sembra passato, ora con questa gente chi si fa chiamare centro sinistra ci va a pranzo e cena per non dire altro. 
La cosa che fa sorridere è che coloro che sostengono la libera concorrenza e il mercato sono poi quelli che puntano a creare dei monopoli privati, con tanto di occhiolino da parte delle stato e del governo di turno.
La campana è suonata per Rizzoli, ma non solo.

venerdì 2 ottobre 2015 20 vostri commenti

I soliti svedesi comunisti

Ma lavorare meno lavorare tutti non lo dicevano i comunisti radicali?
La mia memoria inizia a tradirmi, il presente invece dice che i paese scandinavi come sempre sono avanti anni luce. Parlano di Felicità, di riappropriazione del proprio tempo, di ottimizzazione.
Noi siamo fermi allo straordinario sottopagato, alle 40 ore settimanali, ai progetti di welfare che cercano di coprire una società che se ne frega della famiglia, alla giornata che per un terzo uno passa sul proprio posto di lavoro.
In Svezia sembra che il vento spiri verso un lavoro più a misura d'uomo, con qualche accorgimento da portare alla giornata lavorativa come ad esempio niente Social Network in ufficio, meno pause (non quella pranzo chiaramente), riunioni ridotte al minimo (da noi si fa già e ci fanno lavorare di più però).
Lo stanno sperimentando anche aziende non proprio piccole come la Toyota, o altre più piccole come la Filimundus e la Feldt, e anche alcune case di riposo.
Risultato? Lavoratori più sereni, più produttivi e in gradi di gestire meglio la propria vita privata.
Per non parlare del fatto che in questa maniera i posti di lavoro potrebbero aumentare, portando beneficio per tutti (condizione sociale, consumi, benessere, erario etc...)
Non incominciamo con la storia che in Svezia sono meno di noi e certe cose si possono fare, balle.
Qui abbiamo il Job Act.
Chiediamo forse troppo?
giovedì 1 ottobre 2015 8 vostri commenti

Ma dove vivi?

Question Time please.
"Se c’è da cambiare qualcosa siamo pronti, c’è una disponibilità totale a discutere. Ma questa è la base di partenza, non raccontiamo che siamo in presenza di tagli perché l’unico settore dove si sta incrementando è la sanità"
Da rinominare Cazzate Time e scusate il francesismo ma quando si parla di sanità sinceramente non ci vedo più.
Io non so dove viva Renzi ma probabilmente un giretto negli ospedali italiani non lo fa da tanto tempo, e non solo dovrebbe anche andare in giro per le Residenze protette e i centri diurni dove si fanno salti mortali per far accettare alle ASL inserimenti di disabili perché i signori direttori vogliono prendere i premi di produzioni grazie ai tagli delle Regioni e non solo.
Se vogliamo entrare poi nel merito dovremmo parlare di quello che potrebbero causare questi tagli, insicurezza nelle decisioni dei medici e cure inaccessibili per molti. E' singolare, ma nemmeno tanto, che quando si parla di risparmiare cadano sempre nel calderone servizi che riguardano il cittadino.
La Salute come l'istruzione e altro dovrebbero essere le colonne di una società civile, invece stanno diventando la base fatta di sabbie mobili dove stiamo sprofondano lentamente mentre sul bordo vediamo questo giocoliere che usa le parole come fossero scatole magiche.
In questo paese stanno incrementando gli investimenti nella sanità, incredibile, probabilmente si sta riferendo agli stipendi dei Primari e dei direttori. 

lunedì 28 settembre 2015 22 vostri commenti

Sempre più soli

Aveva ragione Pietro Ingrao, indignarsi non basta.
In questi anni non lo abbiamo ascoltato, o forse troppo poco. Lui che si è sempre domandato nella sua vita cosa poteva fare di fronte ad un'ingiustizia e noi fermi ad aspettare che altri facessero o ci indicassero dove andare.
Ora è tempo di masse sempre più spaventate, di individualismo che prevale mettendo da parte i concetti di collettività e di comunità. In questi giorni assisteremo alle lacrime di coccodrillo che coloro che si spacciano per politici utilizzeranno per Ingrao, a partire dal premier Renzi pronto a rilasciare la sua dichiarazione... A tutti noi mancherà la sua passione, la sua sobrietà, il suo sguardo, la sua inquietudine che ne ha fatto uno dei testimoni più scomodi e lucidi del Novecento, della sinistra, del nostro Paese.
100 anni di politica anche nell'ultimo periodo in cui le forze erano sempre di meno e molti insegnamenti che dovremo tenere stretti, come quello indirizzato ai giovani.
"Pratica il dubbio ogni volta che l’agire collettivo contrasta col tuo sforzo di essere libero"
Uomo d'altri tempi in cui compagno voleva dire qualcosa.


mercoledì 23 settembre 2015 13 vostri commenti

ApProfitto

"Dobbiamo fare un profitto!"
Questa potrebbe essere la frase adatta a rappresentare la nostra società. A dirla è Martin Shkreli il CEO, tradotto il capo, della Turing Pharmaceuticals start-up farmaceutica che in agosto ha comprato il medicinale Daraprim, farmaco che serve a curare Aids, malaria e toxoplasmosi negli Stati Uniti.
Si potrebbe pensare ad un dinosauro dell'economia e invece no si tratta di un 32enne., quando si dice largo ai giovani.
Domanda stupida la mia. Ma come è possibile che un farmaco che serve a curare una malattia come l'AIDS sia ancora in mano a privati?  A cosa servono le migliaia di raccolte di fondi per la ricerca se poi i farmaci che si trovano vanno ad aumentare le casse di pochi personaggi come questo?
Lo so sto pensando ad un mondo impossibile dove un farmaco non costi 750 dollari (prima ne costava 13,5), dove un brevetto di una medicina vitale diventi di dominio pubblico,  dove uno che incrementa del 5000% un farmaco per la vita passi il resto dei suoi giorni in prigione.
I sogni rimangono tali quando il profitto domina.

lunedì 21 settembre 2015 17 vostri commenti

Politica del carro

Le urne si sono chiuse, verrebbe da direi nuovamente, in Grecia. Ancora una volta il popolo greco si è espresso a favore di Tsipras.
Lo ripeto, credo che si debba imparare dall'orgoglio dei greci uniti nel dire no alle politiche europee di marca tedesca e all'egemonia delle Merkel.
Altro appunto da segnare è il fatto che dire cose di sinistra non è poi così impossibile, i problemi che ci sono nel mondo possono essere affrontati con soluzioni di sinistra, i danni di questo tipo di capitalismo sono sotto gli occhi di tutti. Dalle nostre parti però si continua ad andare da verso altre direzioni, anzi si va un po' ovunque seguendo il vecchio metodo democristiano.
Ora mi auguro che certa gente abbia il buon gusto di non esultare per la vittoria di Tsipras, qui da noi coloro che dicono di essere di centro-sinistra sono arrivati anche a criticare chi fa sciopero, perché fondamentalmente vorrebbero negare anche quello.
Il carro greco è partito, non so dove porterà e se riuscirà a risolvere la situazione, ma ho già ben presente chi tenterà di salirci sopra.
martedì 15 settembre 2015 21 vostri commenti

Don Pino

La mia reazione non la ricordo, sono sincero. Era l'ultimo anno delle superiori, il 1993, quello in cui occupammo la scuola, l'anno della politicizzazione, il più difficile per l'esame come spada di Damocle e il più triste perché in fondo lì ci stavamo bene.
Era il 15 settembre uno dei primi giorni di scuola e  arrivò la notizia. La Mafia, sempre lei, aveva ammazzato un prete. Uno di quelli di strada, uno di quelli che toglieva i bambini dalle mani di cosa nostra, che cercava di dare un futuro e fare vedere una via di speranza.
Don Pino Puglisi.
Quella sera due colpi di pistola alla nuca cercarono di chiudere per sempre quella luce che aveva acceso per qualcuno. Non ci riuscirono, perché il testimone poi venne preso in mano da altri, anche loro soli come spesso lo fu Don Pino. Un prete scomodo non solo alla mafia.
Qualcosa in fondo insegnò anche a noi piccoli estremisti di quel tempo sempre pronti a criticare tutti i preti.
giovedì 10 settembre 2015 23 vostri commenti

Cattedre folli

Non sono un giurista e spesso davvero fatico a capire la legge.
Oggi leggo le dichiarazioni di Giovanni Scattone... "non sono più sereno, rinuncio alla cattedra". Non ero neppure a conoscenza del fatto che gli avessero assegnato l'incarico, anche perché ero rimasto al punto della storia in cui veniva condannato per l'omicidio della povera Marta Russo.
Ora sia chiaro entrare nel merito di queste vicende è sempre difficile, ma mi domando come si possa assegnare una cattedra universitaria di psicologia ad un uomo condannato per l'omicidio di una studentessa. 
Ricordo ancora quei giorni del 1997, avevo 22 anni e andavo proprio all'università. Ho ancora in mente la paura e l'ansia di quei giorni.
Il caso in passato era ritornato alle cronache per il fatto che Scattone aveva ripreso ad insegnare proprio nell'ex liceo di Marta Russo.
Funziona così, la famiglia oltre al dolore della perdita di una figlia in questi anni ha dovuto sopportare questi ulteriori affronti.

venerdì 4 settembre 2015 23 vostri commenti

Dimenticati!

Il mondo, il web e i nostri pensieri in questo momento si stanno dividendo sulla necessità di pubblicare la foto del bambino annegato.
Lo dico francamente, non so dove stia la ragione, io non l'avrei pubblicata. Ho visto quella foto e non riesco a togliermela dalla testa, come non possono sfuggire alla mente altre immagini del passato. 
Il punto è proprio questo. Dimentichiamo tutto troppo facilmente, le stragi in mare ormai sono all'ordine del giorno e le immagini dei treni e dei camion pieni di braccia che chiedono aiuto stanno facendo il giro del mondo.
Purtroppo passeranno anche queste foto e di Aylan e Galib, così si chiamavano i due fratellini, non si parlerà più. Gli indignati del momento, quelli che magari il giorno prima si lamentavano dei troppi immigrati per strada, ricominceranno la loro vita, tra una predica del prete e l'altra voltandosi dall'altra parte all'uscita della chiesa e annuendo ai discorsi di Salvini.
"Mi sono scivolati dalle braccia" questo ha dichiarato il padre dei bambini, a noi sta scivolando l'umanità lasciando l'occidente, che spesso bombarda quei paesi, solo nella proprio individualismo. 
Perché i muri più difficili da abbattere spesso stanno nei cervelli degli uomini.
giovedì 3 settembre 2015 3 vostri commenti

Passi lenti

Scrivere questa cosa proprio qui  probabilmente potrebbe far sorridere. Ma a volte capitano cose che portano a riflessioni, anche semplici, ma pur sempre riflessioni.
Lo scooter dal meccanico offre inaspettatamente la possibilità di fare un bel po' di strada a piedi, assaporare la lentezza dei passi, senza la frenesia del traffico, i clacson, l'inveire contro quello davanti che va a 20 all'ora, insultare quello che non mette la freccia o fare la faccia brutta al passante che spunta all'improvviso tra due macchine.
Ieri mi sono gustato per due ore la mia città, cercando anche di tirare su il naso, perché spesso osserviamo solamente quello che è alla nostra altezza o nel mio caso ciò che spunta dal casco.
Non so se camminare, come diceva Chatwin, "può guarire il mondo dai suoi mali", so però che un mio grande amico diceva che così poteva stare vicino davvero alle cose, godere dello spazio e pensare.
Chissà magari sono i giorni che abbiamo passato in montagna che mi portano a fare questi discorsi o magari è solamente la voglia di lentezza e il piacere dell'assenza della frenesia.
martedì 4 agosto 2015 29 vostri commenti

Un anno

Eccoci qua. Esattamente un anno fa a quest'ora e questo minuto ti tenevo tra le braccia dopo aver esclamato più di una volta "che meraviglia!". E diventavo papà.
Il mio sguardo che continuava a posarsi un po' su di te e sugli occhi belli e stanchi di tua mamma.
La sera prima, ancora inconsapevoli, io e tua madre ci siamo mangiati un bel po' di focacette al formaggio e poi, chissà perché, abbiamo deciso di prendere la culla dai nonni e portarla a casa.
A mezzanotte mentre stavo leggendo il diario di Kafka (ahhhhh) ricordo ancora quella voce "ho sentito un movimento strano", cinque minuti dopo ancora, e poi ancora. 
Tranquilli cronometro alla mano per capire quanto passava da una contrazione all'altra... 10 minuti poi verso le due 30 minuti, quasi convinti di un falso allarme, poi di nuovo 10 minuti e poi alle 5 del mattino di corsa in ospedale, con tuo papà alla guida della macchina per la prima volta.
Poi le parole della dottoressa... "ma no tornate a casa tranquilli"... poi invece il ripensamento... "facciamo così fatevi un giro qui vicino e poi tornate"... siamo rimasti in sala d'attesa e infatti meno di un'ora dopo ricovero.
Il resto l'ha fatto tutto la tua splendida mamma, io ho cercato di stare tranquillo fino alle 15.15 quando l'ostetrica ha urlato venga papààà presto, mi ero appena seduto su una poltrona vicino al lettino. Della serie scatenate l'inferno.... una squadra di gente entrata all'improvviso, io con la maglia del Portogallo poi sei arrivata tu. E mi sembravi blu all'inizio e lunghissima. Non dimenticherò mai quel momento.
Qualche giorno dopo finalmente a casa, poche nanne e tante poppate. 
Da coppia che andava in giro per l'Italia in scooter per ritrovarsi ed innamorarsi ci siamo trasformati in genitori.
12 mesi di meraviglia, una continua scoperta del mondo tramite i tuoi occhi azzurri. 
Le ninne nanne più assurde, i balletti per farti ridere, il tuo sorriso con le canzoni rock, la lotta per metterti i vestitini, i pannolini, i giochini assurdi e difficili da montare, i primi vocalizzi, quel papà che hai detto qualche mese fa, quel mamma che dici nei momenti di difficoltà, le risate dentro al bagnetto, la prima doccia insieme, i ruttini, l'uscita della famiglia, la prima volta in macchina, l'ansia per le gattonate e le testate, le coccole per farti passare le coliche che per fortuna non hai più, la prima volta in autobus con i nonni, i tuoi amici pupazzi, quei 7 dentini che spuntano ogni volta che ridi, le nostre litigate, la notte che ti sei alzata in piedi nel lettino e hai preso il telefonino di mamma... e tanto altro.
Continuiamo a scoprirci insieme, io papà, la mamma e te come figlia. Ci hai cambiato la vita, era già bella l'hai resa speciale. Purtroppo in questi mesi hai perso due persone che ti volevano bene, la tua cara nonna materna e un amico vero, il tuo sorriso ci sta aiutando a superare questo momento terribile. Ti racconteremo quanto ti volevano bene, e continueremo a scrivere la nostra storia amore mio. Spero di essere sempre all'altezza della situazione e di non deluderti mai.
Auguri Greta, tuo papà.

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